La manifestazione a Bari
Autonomia, Emiliano: «Fitto torni a casa a difendere il Sud». Cgil Puglia: non è la priorità, divide il Paese
Le dichiarazioni nel corso della manifestazione della Cgil Puglia a Bari contro l'autonomia differenziata. Contestato il segretario del Pd pugliese De Santis
BARI - «Il ministro Fitto ogni volta che fa qualcosa di sbagliato dice che sono gli altri che non hanno capito. Ricordo la sua riforma sanitaria, adesso sta bloccando tutti i fondi possibili a disposizione dell’Italia e in particolare del Mezzogiorno, ci deve dare i soldi dell’Fsc, che servono per cofinanziare i fondi europei: sta seduto su una montagna di denaro e sta tenendo 'bordonè al governo, anziché difendere il Mezzogiorno. Quindi, prima torna a casa e si mette al fianco del Mezzogiorno per difenderlo, come io mi auguro faccia, e meglio è». Lo ha detto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, parlando con i giornalisti a margine della manifestazione della Cgil Puglia a Bari, contro l'autonomia differenziata. Emiliano ha risposto ai giornalisti che gli chiedevano di commentare le parole del ministro per il Sud, secondo il quale si è alzato un
polverone su un provvedimento che non si è neppure letto.
«Questa autonomia differenziata del governo di centrodestra divide l’Italia, costruisce una serie di ordinamenti giuridici diversi a seconda delle regioni dove le aziende, gli italiani e le famiglie vivono. E costruisce soprattutto le ragioni dell’abbandono del sud e del mezzogiorno. Ecco perché questo patto scellerato di governo su cui si mantiene la destra che governa l’Italia va assolutamente fermato». «Immaginate - ha aggiunto il governatore - che l’unica compensazione che hanno immaginato è di aggiungere alla scellerata autonomia differenziata il presidenzialismo e il semi presidenzialismo. Quindi cambiando la Costituzione in tutte le sue componenti essenziali e il modo di essere della Repubblica. Tutto questo per noi non è accettabile. Che ci possano essere più poteri per le Regioni può anche essere una buona cosa, ma la strada maestra per cambiare la Costituzione è l’articolo 138. Quindi non intese separate tra Regioni e Governo ma un disegno armonico che il Parlamento deve disegnare attraverso una modifica costituzionale, se proprio dobbiamo aumentare i poteri delle Regioni».
«Ci auguriamo che questo disegno sia stato solo una modalità ingannevole con la quale vincere le elezioni in Lombardia. Il risultato in Lombardia è andato ben oltre quello che probabilmente sarebbe stato se non ci fosse stata dietro questa campagna elettorale basata sull'autonomia differenziata, e quindi ci auguriamo che il governo adesso governi l’Italia, non solo le regioni del Nord, e si occupi di tutti noi, non solo di alcuni». «Questa autonomia differenziata - ha proseguito Emiliano - deve, innanzitutto, individuare i livelli essenziali delle prestazioni. Significa riequilibrare e superare la questione meridionale, dotando il mezzogiorno e le regioni meno sviluppate dal punto di vista economico della parità delle armi. Senza la parità delle armi iniziale, l’autonomia differenziata non può funzionare e determinerà una spaccatura dell’Italia». "Quindi - ha concluso - noi ci auguriamo che innanzitutto il governo metta da parte questo progetto perché, in questo momento, non crediamo che la Repubblica sia in grado di fare questo riequilibrio nord-sud con i 60-70, forse anche 100, miliardi che sono necessari per la perequazione tra Nord e Sud».
«L'autonomia oggi non è la priorità del Paese. La priorità del Paese è creare sviluppo, investimenti, attribuire immediatamente le risorse dei fondi comunitari utili a ridurre i divari: lo avevamo chiesto al ministro Fitto ma non è successo nonostante le sue rassicurazioni. In questa fase bisogna fare questo. Riequilibrato il Paese discutiamo di autonomia, di regionalismo, ma non per dividere il Paese bensì per rinforzarlo». Lo ha detto il segretario della Cgil Puglia, Pino Gesmundo, in occasione della manifestazione organizzata a Bari dal sindacato contro l'autonomia.
«La vedo complicata - ha evidenziato - che il Mezzogiorno possa competere da solo con il resto dell’Europa, o che il Veneto e la Lombardia possano competere da soli con l’Europa. La Puglia e il Mezzogiorno continueranno a pagare un prezzo storico rispetto al definanziamento del Mezzogiorno, a un sistema di servizi che va rilanciato, rispetto a una mancanza di investimenti. Rischiamo di non poter competere con il resto del Paese ma il Paese rischia di rimanere arretrato».
LA CONTESTAZIONE
Nel corso della manifestazione è partita una contestazione da una parte del pubblico durante l'intervento di Domenico De Santis. Urla e cori e fischi.