AERONAUTICA MILITARE
Gioia, Villadei e la sfida allo spazio "I sogni si possono realizzare"
Il cosmonauta italiano: "Con Grottaglie, Puglia lungimirante e dinamica"
E’ l’unico degli otto astronauti italiani selezionati a non essere ancora andato in missione. Walter Villadei aspetta l’attimo giusto. Che prima o poi arriverà. E intanto si addestra. Come fa ormai da anni, da quando il sogno di volare nello spazio è lì, a portata di mano. Villadei, ufficiale dell’Aeronautica militare è il cosmonauta (in Russia è questo il termine ufficiale dai tempi di Jurij Gagarin) più esperto che ci sia perché è stato addestrato dalla Nasa, dall’Esa e ha frequentato il programma Soyuz di Mosca. Ma non riesce a partire. Perché? Lo spazio è diventato anche terreno di battaglia, politica. E nella perenne disputa tra Usa, Europa e Russia, Villadei rischia di diventare il classico vaso di coccio.
La passione, comunque vada a finire la sua storia, si è trasformata nel carburante necessario per spiegare a tutti cosa c’è oggi al di là dell’atmosfera e quali siano le nuove sfide del futuro. E nel ruolo di testimonial d’eccezione Villadei trova anche il tempo per girare tra scuole e convegni a raccontare un’esperienza unica.
Così ad ascoltarlo, in tanti si sono dati appuntamento nella sede del 36° Stormo dell’Aeronautica militare, grazie anche alla collaborazione del Rotary e del Lions di Gioia del Colle. Il cosmonauta, accolto dal comandante, Emanuele Spigolon, ha ricordato come proprio dalla base pugliese è partita l’avventura spaziale italiana perché qui, negli anni Sessanta, era operativa la 36a Aerobrigata di interdizione strategica, dotata di missili Jupiter, cioè della stessa tecnologia utilizzata poi per mettere in orbita i satelliti. E le competenze maturate in questo settore hanno contribuito a far sì che il nostro Paese avesse un ruolo di primo piano nell’avventura spaziale.
Villadei ha ricordato la visione e la vocazione dell’Aeronautica militare riassunte nel motto “Virtute siderum tenus”, “Con valore verso le stelle” che oggi si traducono in uno spazio trasformato radicalmente, tra sistemi per il volo suborbitale e propulsione ipersonica e nella necessità di sviluppare un approccio integrato e un pensiero più strategico per la difesa e l’utilizzo dell’aerospazio. L’Italia è un Paese europeo che gioca un ruolo da protagonista in Europa. La cooperazione con i russi - nel settore del volo umano spaziale sonoleader nel mondo insieme agli americani - fa parte di una lunga tradizione: non solo siamo il terzo Paese per contribuzione in Esa ma siamo anche gli unici in Europa ad avere una collaborazione bilaterale con la Nasa.
Dalle stelle si può anche guadagnare, come dimostra la space economy. Da sempre, infatti, le attività spaziali si distinguono per capacità di generare un indotto sia commerciale che tecnologico e la competizione sul mercato internazionale sta aumentando. Assisteremo ad un numero sempre crescente d’iniziative e l’aerospazio, ancor più del tradizionale spazio, si presta a diventare un laboratorio a “cielo aperto” in cui matureranno nuove soluzioni. Le premesse ci sono tutte: gli Stati Uniti annunciano di voler tornare sulla Luna con un insediamento permanente, mentre la Cina sbarca per la prima volta sulla faccia oscura del nostro satellite. Senza dimenticare l’idea, fino a qualche anno fa impensabile, di dare in uso la International space station (o almeno una parte di essa) ad operatori privati, mentre alcuni di questi stanno già per avviare il primo servizio “di trasporto di linea” suborbitale per turisti spaziali. La Puglia in questa nuova sfida, col progetto dello “spazioporto” di Grottaglie, ha dimostrato lungimiranza e dinamismo.
Infine, l’immediato futuro. Marte, il pianeta rosso, rappresenta ancora una sfida ricca di incognite. A cominciare dalle radiazioni a cu sarebbe sottoposto l’equipaggio di una navicella spaziale, alla durata del volo (nove mesi), alle incognite dell’atterraggio. Ad oggi non c’è una tecnologia che consenta di trovare soluzioni. Ma la storia insegna come sia solo una questione di tempo: dall’allunaggio dell’Apollo allo Shuttle sono trascorsi solo vent’anni.
Villadei, insomma, non molla. Ha provato anche le emozioni su un velivolo Eurofighter e ai più giovani dice: “Credete ai sogni, fate di tutto per realizzarli. Io l’ho fatto e ci sono riuscito. Mi manca solo la