l'analisi
Puglia, il calo costante dell'affluenza: 15 punti in meno del 2020. Favoriti i partiti più piccoli
Non si arresta il progressivo allontanamento dei cittadini dalle urne. Soltanto in provincia di Lecce superato il 44%. Il calo più evidente si registra a Taranto
Le elezioni regionali del 23 e 24 novembre 2025 in Puglia si chiudono con un dato di affluenza che conferma la tendenza nazionale al disimpegno elettorale: alle urne si è recato appena il 41,79% degli aventi diritto, quasi 15 punti percentuali in meno rispetto al 56,44% registrato nelle precedenti regionali del 2020. Un calo di partecipazione che appare ancor più significativo se si considera che cinque anni fa si votò in piena pandemia, con mascherine obbligatorie, ingressi contingentati e timori diffusi per il contagio. Nonostante quel contesto eccezionale, la mobilitazione dei cittadini risultò molto più elevata.
A livello provinciale, la città metropolitana di Bari si conferma la più partecipativa con un’affluenza del 42,28%, seguita da Lecce con il 44,47%, unico territorio a superare la soglia del 44%. Più contenuti i numeri nelle altre province: Barletta-Andria-Trani al 41,22%, Brindisi al 41,35%, Taranto al 40,60% e Foggia fanalino di coda con il 38,71%. Tutte le province, senza eccezioni, registrano flessioni rispetto al 2020, in alcuni casi molto marcate: Bari perde oltre 14 punti, Lecce quasi 14, Taranto più di 15, Brindisi cede oltre 13, mentre Foggia scende di circa 14 punti.
I dati confermano un andamento lineare: già domenica alle ore 12 l’affluenza regionale era ferma all’8,55%, salita poi al 23,75% alle 19 e al 29,44% alle 23. Nella giornata di lunedì l’ultimo balzo ha portato il totale al 41,79%, comunque ben lontano da una soglia considerabile soddisfacente.
L’affluenza non ha mai mostrato segnali di recupero significativi, indicando una partecipazione ridotta sin dalle prime ore.
Il dato conferma un quadro di crescente disaffezione verso la politica locale e regionale. Le campagne elettorali dei principali candidati, pur caratterizzate da eventi diffusi sul territorio, non sono riuscite a invertire la tendenza. Il clima di sfiducia verso la politica, unito alla percezione di una competizione già indirizzata, potrebbe aver contribuito al calo.
In un contesto di partecipazione così bassa, inoltre, alcuni piccoli partiti potrebbero trarre vantaggio, soprattutto quelli che dispongono di una forte e organizzata militanza, come Alleanza Verdi e Sinistra (Avs), in grado di concentrare voti certi anche quando il resto dell’elettorato resta distante dalle urne. Un fenomeno spesso sottovalutato, ma che può incidere sull’assegnazione dei seggi e sugli equilibri interni alle coalizioni.