Politica
Regionali, Emiliano non rinuncia a correre. Decaro reagisce: non ci sono le condizioni per candidarmi
Il governatore uscente: la mia esclusione dalle liste sarebbe immotivata. La replica dell'europarlamentare: voglio essere libero di scegliere, con lui e Vendola in campo sarei ostaggio di chi mi ha preceduto
Michele Emiliano non ritirerà la candidatura a consigliere regionale per la prossima legislatura. «Non è vero» dunque che c’è un accordo in questo senso con Antonio Decaro, candidato governatore in pectore, con cui martedì c’è stato un incontro a Bari mediato dai vertici nazionali del Pd: « Stiamo solo cercando di uscire da questa situazione tutti insieme, come sempre abbiamo fatto». Una dichiarazione che innesca la reazione dell'europarlamentare barese: sono pronto a correre - dice su Facebook - se ci saranno le condizioni. E dunque dicendo, di fatto, che al momento non intende candidarsi a governatore: «So bene che nessuno è indispensabile a cominciare da me. Il lavoro in Europa che sto facendo è importante, prestigioso e impegnativo. Se non ci saranno le condizioni per tornare in Puglia, continuerò a lavorare lì, per la mia terra, sostenendo lealmente il candidato progressista alla guida della Regione».
«Io vorrei andare avanti – ha detto Emiliano -. In questi venti anni abbiamo cambiato la storia della Puglia, abbiamo costruito la sua identità e abbiamo fatto conoscere al mondo quanto è bella e innovativa. È un mio diritto costituzionale correre per il Consiglio e non può esistere un diritto di veto sulle candidature, salvo che non si tratti di nomi impresentabili e non è questo il caso. Sarebbe un’esclusione immotivata". Allo stesso tempo, però, Emiliano garantisce che non mira ad un posto nella prossima giunta regionale: «Io – ha detto in una intervista a “Repubblica” - non farò mai l’assessore nella giunta pugliese perché, in questo caso, diventerei ingombrante controllando dall’interno ogni atto dell’esecutivo. Ma nell’assemblea legislativa la mia storia si diluisce tra quella di cinquanta consiglieri e certamente non opprime nessuno».
Il governatore uscente ha garantito che «Decaro continua ad essere il mio candidato. Io vorrei che la Regione, a cui ho dedicato tutta la mia vita, prima da magistrato poi da presidente, fosse guidata da lui. Spero che si convinca di non avere nulla da temere da una mia eventuale elezione. Non ho mai smesso di avere fiducia in lui. Ho investito su di lui per vent’anni, l’ho nominato assessore nel 2004, poi nel 2008 l’ho voluto inCconsiglio regionale, l’ho sostenuto elettoralmente e, su mia richiesta, è diventato capogruppo del Pd. Poi si è candidato in Parlamento e io ho insistito moltissimo perché si candidasse a sindaco di Bari. Ho anche fatto campagna elettorale per lui alle Europee». E sulla polemica circa un presunto tradimento di Decaro, ha tagliato corto: «Io non sono il padre, Antonio ha un bellissimo papà. Ma io sono sicuramente la persona che lo ha scoperto. E ho detto subito che non avrei fatto il terzo mandato, mentre lui sarebbe stato il candidato perfetto».
La risposta di Decaro è arrivata con un post su Facebook. «Sono rimasto in silenzio finora, per rispetto della nostra comunità. Ma oggi sento il dovere di parlare ai cittadini pugliesi, ai sindaci, ai militanti e agli amici che mi chiedono: “Antonio, che hai deciso?”. Io non devo decidere nulla. Io sono pronto a candidarmi alla presidenza della Regione Puglia. Credo di avere l’esperienza necessaria e un grande amore per questa terra e la sua gente. Ma non basta».
Decaro fa dunque capire che al momento non intende ufficializzare la sua corsa. «Ho detto da subito che per candidarmi devo sapere di poter guidare la Regione davvero, con piena libertà, guardando avanti e non indietro. Con il coraggio e la responsabilità di scrivere una pagina nuova. A Michele Emiliano e a Nichi Vendola mi legano stima e affetto sinceri, oltre che una storia comune di cui sono orgoglioso e che non rinnego. Ma io voglio essere un presidente libero, capace di assumermi fino in fondo la responsabilità delle scelte. Non voglio essere ostaggio delle decisioni di chi mi ha preceduto. La Puglia non ha bisogno di un presidente a metà. Non è una questione personale. È una questione politica, nel segno del rinnovamento. Questo ho chiesto. Non sono abituato a litigare, a protestare, a sgomitare per un posto al sole. Sono abituato a lavorare».