Il caso

Bcc Conversano, il presidente Venerito costretto a dimettersi dopo l'indagine. La Bce: non ha più i requisiti

Massimiliano Scagliarini

Dimissioni anche per il consigliere D’attoma: sono entrambi imputati nel procedimento per bancarotta e usura bancaria

L’indagine e la successiva richiesta di rinvio a giudizio per le accuse a vario titolo di concorso in bancarotta e usura bancaria fanno venire meno i requisiti di onorabilità previsti dai regolamenti. A dirlo è la Bce, cui spetta la vigilanza sulle banche di credito cooperativo. Ed è per questo che mercoledì sera il presidente della Bcc di Conversano, Donato Venerito, 75 anni, e il consigliere Michele D’Attoma, 63 anni, hanno dovuto rassegnare le dimissioni dall’incarico che avevano ottenuto lo scorso anno dall’assemblea dei soci.

L’Eurotower ha attivato i poteri di vigilanza «sulla base delle notizie di stampa» relative all’indagine del pm Lanfranco Marazia, che a novembre 2024 aveva chiesto il rinvio a giudizio anche per i figli dei due esponenti bancari: Alessandro Venerito, 44 anni, e Orlando D’Attoma, 27 anni, oltre che per l’ingegnere Orazio Nicola Trisolini, 61 anni e per l’imprenditore nocese Vito Fusillo. L’accusa, sulla base delle indagini della Finanza, ritiene infatti che - in cambio di un finanziamento della Bcc per sostenere l’acquisto di due immobili - Fusillo abbia ceduto sottocosto la masseria Del Monte di Conversano a una società agricola costituita dai figli di Venerito e D’Attoma. Operazioni che avrebbero poi contribuito al dissesto doloso della Maiora di Fusillo, fallita nel settembre 2019 dando via alla valanga che ha poi travolto la Banca Popolare di Bari...

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