politica

Consulta, Parlamento mobilitato: giovedì il primo voto per 4 giudici. Tra i candidati il viceministro Sisto

michele de feudis

Il deputato pugliese di FI potrebbe approdare alla Corte costituzionale lasciando libero il seggio nella Bat. E nel decreto Nordio spunta il bavaglio ai togati

Le beghe tra i partiti di maggioranza e opposizione nonché le divisioni interne alle stesse forze politiche ora saranno nelle prossime settimane messe alla prova dal calendario serrato di lavori parlamentari della sessione di Bilancio ma anche dall’obbligo di eleggere ben quattro giudici costituzionali (in pole c’è anche il viceministro della Giustizia, il barese Francesco Paolo Sisto), per completare la composizione della Consulta, da luglio priva del quindicesimo componente.

Finora sono stati ben nove gli scrutini infruttuosi per indicare il giudice che dovrà sostituire l’ex presidente Silvana Sciarra, il cui mandato è scaduto a novembre 2023. A fine anno concluderanno il mandato anche altri tre giudici costituzionali: il presidente Augusto Barbera e i vice Giulio Prosperetti e Franco Modugno. Nel luglio scorso il presidente della Repubblica Sergio Mattarella aveva usato per questa impasse la parola «vulnus», un «vulnus alla Costituzione compiuto dal Parlamento, proprio l’istituzione che la Costituzione considera al centro della vita della nostra democrazia», e aveva specificato la sua missione costituzionale di caldeggiare una accelerazione delle forze parlamentari. «Non so come lo si vorrà chiamare: monito, esortazione, suggerimento, invito. Ecco, invito, con garbo ma con determinazione, a eleggere subito questo giudice»: questa era stata la formula di estremo garbo istituzionale che arrivava dal Colle. Ma alla fine si è trattato di un appello caduto nel vuoto, nonostante il premier Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia abbia fatto proprio questo invito a non accantonare una questione cruciale per la vita della Repubblica, come emerso anche dall’ultimo pronunciamento della Corte sulla riforma dell’autonomia differenziata, proposta dal governo su indicazione della Lega e del ministro Roberto Calderoli.

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