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Consulta, blitz dei meloniani per Marini: a dicembre attesa la nomina dell’azzurro Francesco Paolo Sisto

Consulta, blitz dei meloniani per Marini: a dicembre attesa la nomina dell’azzurro Francesco Paolo Sisto

 
Michele De Feudis

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Michele De Feudis

Consulta, blitz dei meloniani per Marini: a dicembre attesa la nomina dell’azzurro Francesco Paolo Sisto

La premier furiosa per la diffusione di chat interne al partito. Prima di Natale bisognerà eleggere altri tre giudici, in corsa il viceministro

Lunedì 07 Ottobre 2024, 10:11

Dopo settimane di trattative e rinvii, e dopo l’intervento persuasivo del Quirinale, domani il parlamento tornerà a riunirsi per eleggere il quindicesimo giudice della Corte Costituzionale, rimasto vacante dopo la fine del mandato della giurista pugliese Silvana Sciarra.

Il centrodestra punta sull’indicazione del costituzionalista Francesco Saverio Marini, consigliere della premier Giorgia Meloni e tra gli ideatori della riforma che potrebbe dare maggiori poteri all’esecutivo con l’introduzione del premierato. Dopo sette votazioni andate a vuoto, la procedura di elezione si potrebbe concludere con la maggioranza qualificata di 363 voti. Allo stato Fdi, Lega e Fi hanno 360 voti, a cui si potrebbero aggiungere o togliere franchi tiratori dal proprio schieramento o dalle opposizioni, che non brillano per compattezza nelle ultime settimane. Non a caso il leader dei Verdi Angelo Bonelli continua a reclamare un incontro tra tutte le forze anti Meloni, mentre Elly Schlein ha messo tutti in guardia in vista di un possibile blitz dei conservatori per Marini.

La convocazione inoltrata nella chat riservata dei gruppi parlamentari di Fdi è stata «intercettata» e pubblicata dal Fatto quotidiano, scatenando l’ira della Meloni e del ministro Guido Crosetto che ipotizza anche di presentare denuncia «per violazione del segreto di corrispondenza», che varrebbe anche per le comunicazioni su Whatsapp. Di fatto, però, la mobilitazione del centrodestra per il voto di domani è già in atto, con l’invito rivolto a tutti affinché non ci siano defezioni, anche cancellando missioni o impegni già confermati.

Il rinnovo della Consulta, però, vivrà giornate convulse fino a dicembre, quando completeranno il mandato altri tre giudici costituzionali (il presidente Augusto Barbera, e i vice Franco Modugno e Giulio Prosperetti). In questa fase potrebbe esserci un accordo «omnibus» con l’opposizione e in particolare con il Pd per indicare un giudice, mentre gli altri due sarebbero appannaggio di Lega e Forza Italia. Tra i candidati c’è senza dubbio da settimane anche Carlo Deodato, segretario generale di Palazzo Chigi, mentre tra i berlusconiani sono in ballo il viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto, il deputato Pietro Pittalis e il senatore Pierantonio Zanettin, già componente laico del Csm, tutti avvocati di pregio e rango.

Ieri sera, indiscrezioni da fonti dell’opposizione, mostravano come Schlein e alleati stessero studiando una formula per impedire l’elezione di Marini. Per evitare l'elezione con i soli voti del centrodestra, si studiano diverse strade. Tra queste si va valuta la possibilità di non entrare in Aula, non partecipare al voto o proporre un nome alternativo a quello del centrodestra. Di fatto si cerca una formula che ottenga il doppio risultato di bloccare la manovra delle destre e di non palesare (ulteriormente) la frammentazione e le divisioni del campo largo, o di quello che resta. Sul tema è intervenuto anche l’ex presidente della Camera Pier Ferdinando Casini, auspicando un momento di condivisioni tra maggioranza e opposizioni: «Votare per il completamento della Corte costituzionale è istituzionalmente doveroso e io lo farò. Ma la scelta della maggioranza di procedere con una forzatura su questo terreno è sbagliata e dannosa per gli stessi candidati proposti. Un accordo ampio è, in questo caso, non un segnale di debolezza né un rigurgito del tanto deprecato consociativismo, ma solo ed esclusivamente un segno di rispetto reciproco e di comprensione del ruolo terzo che la Corte è chiamata ad esercitare».

La nuova tornata di voto per sostituire i tre uscenti dalla Consulta potrebbe generare un effetto domino: se saranno scelte personalità parlamentari, dovranno ovviamente dimettersi, dando l’avvio alle procedure per le elezioni suppletive. Nel caso tra i prescelti ci fosse il barese Sisto, si tornerebbe a votare (nei primi mesi del 2025) nel collegio uninominale senatoriale di Andria.

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