Sinergie

Sicurezza delle infrastrutture critiche: ingegneri del futuro in un corso di laurea tra Bari e Lecce

Maria Pia Romano

Interateneo: l’obiettivo è formare tecnici che abbiano uno sguardo lungo e attento sulla realtà delle cose

Infrastrutture critiche, queste sconosciute? Da oggi non più. È in partenza un nuovo corso di Laurea Magistrale Interateneo tra il Politecnico e di Bari e l’Università del Salento che ha come obiettivo quello di formare ingegneri che abbiano uno sguardo lungo e attento sulla realtà delle cose e sappiano, con arguzia e professionalità, cavarsela anche in situazioni di emergenza, per il bene della collettività. «L’Ingegneria per la sicurezza e la resilienza delle Infrastrutture Critiche e delle Costruzioni» è una nuova, preziosa opportunità offerta ai laureati triennali che vogliano approfondire temi cruciali per il futuro del pianeta, sui quali l’ingegnere ha delle responsabilità precise. Il percorso formativo si articola in curricula erogati in lingua italiana, presso il Politecnico di Bari, e in inglese presso l’Università del Salento, tutti coerentemente connessi con le rispettive offerte di primo livello.

Solo comprendendo la rilevanza strategica delle infrastrutture critiche, si può avere idea di quanto sia importante che Poliba e Unisalento abbiano inserito nella loro offerta formativa questo Corso di Laurea Magistrale: esse sono i sistemi, le risorse, i processi, la cui distruzione, interruzione o anche parziale o momentanea indisponibilità ha l'effetto di indebolire in maniera significativa l'efficienza e il funzionamento normale di un Paese, ma anche la sua sicurezza e il suo sistema economico-finanziario e sociale.

«La sicurezza e la resilienza delle infrastrutture e dei territori è oggi un tema scientifico, tecnico, sociale e economico, di notevole importanza e attualità. La resilienza, intesa come capacità di risposta della nostra società, e delle sue infrastrutture, ai cambiamenti, come quelli legati alle modificazioni del clima, e agli eventi distruttivi, come esplosioni e incidenti industriali, terremoti, attentati, così come le pandemie e le guerre, è un tema che oggi si associa all’altra grande questione, la sostenibilità», spiega il Direttore del Dipartimento di Ingegneria dell'Innovazione Antonio Ficarella, che sottolinea: «La sostenibilità e il tema ancor più ampio della resilienza, portano anche a nuovi concetti sociali, di grande rilevanza, quali ad esempio le smart cities e le comunità energetiche, e quindi un nuovo modo di essere della società e della nostra presenza sulla Terra. La capacità, data dai nuovi strumenti digitali quali le tecnologie dell’Internet of Things, di un dialogo tra i sistemi tecnici e tecnologici che ruotano intorno alla vita delle persone, può portare a un generale rafforzamento della sostenibilità e della sicurezza delle nostre città, delle nostre società, e dell’ambiente. In Puglia ci sono le competenze, il dinamismo e la lungimiranza di vedute per aspirare a diventare punto di riferimento nel Mediterraneo su queste tematiche».

Il corso Interateneo nasce con una forte proiezione internazionale, visto che l’Università del Salento coordina un network nell’ambito di UNIMED, Mediterranean Universities Union, che riguarda proprio la “Safety and Security of Critical Infrastructures” e che coinvolge diversi Atenei della riva sud del Mediterraneo, dei Balcani e dell’Europa, con cui si punta a creare uno spazio unico di formazione su queste tematiche. Si pensa ad un’Università Europea e Mediterranea al tempo stesso: quello che ci si auspica è, infatti, la nascita di un Centro Interateneo nel quale le Università pugliesi lavorino in stretta sinergia per offrire un'offerta formativa in linea con la complessità dei tempi che stiamo vivendo e che possa essere sfida condivisa verso cui tendere insieme con gli altri Paesi del Mediterraneo dai quali, in fondo, ci separa solo un braccio di mare.

Il Corso di Laurea di “Ingegneria per la sicurezza e la resilienza delle Infrastrutture Critiche e delle Costruzioni” si inserisce nel progetto Pnrr Mur “Patti territoriali dell’alta formazione per le imprese”, finanziato dal sistema universitario pugliese, dal titolo “Open Apulia University”, finalizzato a colmare il gap di competenze nel capitale umano ed il mismatch tra domanda e offerta di lavoro in Puglia in alcune aree critiche per lo sviluppo regionale.

«Il nuovo corso mette lo studente in condizione di acquisire solide competenze sui modelli quantitativi di valutazione e mitigazione dei rischi naturali ed antropici per quei sistemi complessi ed interconnessi che, se danneggiati o distrutti, causerebbero gravi ripercussioni sulle funzioni cruciali della società, tra cui la catena di approvvigionamenti, la salute, la sicurezza, il benessere economico o sociale dello Stato e della popolazione», spiega la professoressa Maria Antonietta Aiello, coinvolta in diversi progetti di ricerca riguardanti le infrastrutture civili e Prorettrice dell'Università del Salento, che sottolinea: «Le strade, i ponti, le reti idriche, le strutture sanitarie e scolastiche, e poi gli impianti industriali di produzione di energia e di stoccaggio di combustibili, le comunità energetiche, sono essenziali per la nostra vita quotidiana e devono essere salvaguardate per assicurare il benessere e la vivibilità dei nostri territori. In quest'ottica di focus sulle strutture, l'innovativa magistrale consente agli studenti di acquisire gli strumenti, di maturare le strategie e padroneggiare le tecnologie più efficaci per la prevenzione e gestione dei rischi. E quando parliamo di rischio, in tale ambito, ci riferiamo principalmente alle azioni cosiddette eccezionali ed alle conseguenti situazioni di emergenza. È sotto gli occhi di tutti quello che può accadere, ad esempio, in caso di un evento meteorologico estremo o di un terremoto: l'ingegnere di oggi deve essere pronto!»

«La presenza di indirizzi specialistici attivati a Lecce e a Bari approfondiscono specifiche tematiche nell’ambito della prevenzione e delle strategie di mitigazione dei rischi che caratterizzano le infrastrutture critiche civili e industriali. – continua Aiello- La formazione dei laureati sarà, quindi, interdisciplinare per quanto riguarda le competenze, ma ben focalizzata: non vi è solo il tema della sicurezza, ma anche l’approccio alla resilienza dei sistemi infrastrutturali, sia in fase progettuale che in fase di gestione, una tematica ancora poco consolidata dal punto di vista delle metodologie e dei protocolli di valutazione, ma essenziale per garantire non solo la mitigazione del rischio ma anche la sostenibilità delle opere infrastrutturali. Quindi, la nascita di un corso di laurea dedicato allo studio, alla gestione e alla protezione delle infrastrutture critiche costituisce un patrimonio culturale necessario, quanto innovativo, per la vita di un Paese, nel terzo Millennio».

Il corso di studi prevede una didattica caratterizzata da una forte integrazione con le imprese ed enti, coinvolti attraverso l’organizzazione di seminari, convegni e visite aziendali, attività di carattere laboratoriale e tirocini: si punta a una didattica integrata con le esigenze del mercato del lavoro, per favorire gli sbocchi occupazionali dei laureati.

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