Territorio

Garaguso, da chiesetta rurale abbandonata a santuario di S. Giuseppe Lavoratore

Antonio Corrado

Così don Giuseppe Abbate, giovane parroco della Chiesa di San Nicola di Myra a Garaguso, oggi dalle ore 19.30 condurrà l’inaugurazione del neonato santuario in contrada «Parata», preceduta da un incontro pubblico e processione serale

GARAGUSO - Ha individuato una chiesetta rurale in abbandono, quindi ha deciso di ergerla al rango di santuario dedicandola a San Giuseppe Lavoratore, di cui campeggerà una bella statua acquistata con le donazioni dei cittadini e realizzata dalla cittadina Maria Cerabona. Così don Giuseppe Abbate, giovane parroco della Chiesa di San Nicola di Myra a Garaguso, oggi dalle ore 19.30 condurrà l’inaugurazione del neonato santuario in contrada «Parata», preceduta da un incontro pubblico e processione serale. Per riqualificare la chiesetta, il parroco ha ricevuto dalla Regione (dipartimento Attività produttive) un contributo di 55mila euro e dal Pnrr altri 60mila (bando per le chiese rurali), più tanta beneficenza dei cittadini. Ma perché si è deciso di “nobilitare” a santuario questo piccolo e quasi sconosciuto presidio di campagna neppure consacrato? «Era una chiesa rurale sconsacrata di proprietà Alsia (Agenzia lucana per lo sviluppo e l’innovazione in agricoltura) -spiega don Giuseppe alla Gazzetta- nata negli anni ‘50 a supporto spirituale e materiale delle famiglie, dove si faceva il catechismo e si celebrava su altare mobile. Io l’ho acquistata da Alsia per ristrutturarla e renderla fruibile alla comunità; nel dicembre 2023, con decreto dell’arcivescovo monsignor Caiazzo, è stata eretta a santuario e il prossimo 27 luglio sarà consacrata con la dedicazione dell’altare fisso e della chiesa stessa a San Giuseppe Lavoratore, durante una concelebrazione solenne officiata da monsignor Caiazzo. Ringrazio tutti i cittadini lucani, spesso a me sconosciuti, che hanno voluto partecipare economicamente al recupero di questa chiesa». Dubbi sull’erezione a santuario sono stati espressi dall’ex sindaco di Garaguso, Francesco Auletta, noto avvocato penalista che ha scomodato opportunamente il diritto canonico per sostenere la sua tesi. «Il Codice di diritto canonico -spiega Auletta- stabilisce che: “(…) il santuario è una chiesa, o altro luogo sacro, dove i fedeli per un peculiare motivo di pietà si recano numerosi in pellegrinaggio con l’approvazione dell’Ordinario del luogo (Can 1230)”. Caratteristiche che francamente non si ritrovano nella chiesetta dedicata a San Giuseppe Lavoratore. -rimarca l’ex sindaco- Ma c’è di più, perché nelle varie trascrizioni religiose il santuario è un luogo che ha acquisito carattere sacro per la manifestazione, o la presenza in esso, della divinità; o perché connesso a eventi e fenomeni considerati soprannaturali». Si pensi, a tal proposito, al celebre santuario materano della Madonna di Anglona a Tursi, la cui dignità sacramentale è impressa nella storia da fatti circostanziati e degni di fede. «Caratteristiche che nel neonato “Santuario di San Giuseppe Lavoratore” non si ravvisano -conclude Auletta- quindi anche nella veste di consigliere comunale, vorrei capire quali siano le motivazioni di tale scelta». Il battesimo dell’edificio sacro si svolgerà oggi alle ore 19.30 con un “Aperitivo con le istituzioni” presso Palazzo Moles a Garaguso, seguito da un confronto intitolato: “In dialogo con chi ha la responsabilità civile per la costruzione del bene di tutti”. Alle ore 22 partirà la processione dalla parrocchia di San Nicola di Myra con l’effige di San Giuseppe Lavoratore realizzata da un artista leccese; quindi l’arrivo al nuovo santuario in contrada Parata con l’apertura al culto e la benedizione finale previste per la mezzanotte.

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