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Tavares: «Restiamo in Italia e rilanciamo Melfi: stop alle fake news su Stellantis»
L’amministratore delegato parla del rilancio del marchio Lancia con una vettura prodotta a Melfi
POTENZA - Le notizie sull’addio di Stellantis all’Italia bollate come “fake news”, l’annuncio di un investimento di più di 100 milioni di euro in Italia per introdurre la 500E con una batteria che consentirà di fare più chilometri ed il rilancio del marchio Lancia con una vettura prodotta a Melfi. La strada del futuro di Stellantis, l’amministratore delegato Carlos Tavares la spiega nel corso dell’incontro con i sindacati, tenuto ieri a Torino.
«Ci sono fake news che dicono che Stellantis se ne va dall’Italia. Noi qui ci sentiamo a casa. Siamo i leader di questo mercato con più del 34 per cento di quota. Non abbiamo alcuna intenzione di andarcene dall’Italia, stiamo investendo pesantemente, abbiamo progetti, idee la capacità per tenere fede ai nostri impegni» precisa l’ad, smentendo le voci su un possibile trasferimento della produzione fuori dai confini italiani. «Dicono che non siamo interessati e si chiamano per questo i cinesi. Vogliamo aiutare i lavoratori a combattere contro queste fake news. Con grande rispetto e in modo amichevole voglio dire che non posso che chiedervi, pregarvi, supplicarvi, di chiuderla con le fake news e lasciare lavorare le persone che meritano il nostro sostegno. Se non facciamo questo cambiamento scompariremo perché è la legge darwiniana».
«Siamo in grado di tenere testa ai competitor cinesi, se qualcuno vuole introdurre competitor cinesi sarà responsabile delle decisioni impopolari che dovranno essere prese» sottolinea, ricordando anche come «passo dopo passo» Stellantis stia «realizzando il piano 2030». «Siamo un’azienda pragmatica che dà soluzioni. La nostra missione è molto chiara, vogliamo fornire mobilità sicura sostenibile e accessibile - continua - abbiamo inaugurato l’hub di batterie, poi il primo circular economy hub. Abbiamo tantissime idee per il Mirafiori Automotive Park 2030 per raccogliere tutte le idee che abbiamo per questa città, cuore di Stellantis». Aggiungendo, poi: «sono state fatte tante promesse ai consumatori italiani per facilitare l’accesso ai veicoli elettrici, ma nonostante le promesse gli incentivi non sono stati ancora rilasciati. Siamo ancora in attesa. Non aspetteremo che quelle promesse vengano mantenute, investiremo non meno di 100 milioni di euro per introdurre per la nostra 500e una nuova batteria che romperà un paradigma, consentendo più chilometri con meno costi». Impegni precisi, dunque, che - come spiega il segretario generale della Fim Cisl, Ferdinando Uliano - riguardano anche lo stabilimento di San Nicola di Melfi. «Tavares ha annunciato la decisione di rilanciare il marchio Lancia, puntualizzando che la seconda auto a marchio Lancia sarà prodotta in Italia nello stabilimento di Melfi. Sui marchi Maserati ha riconfermato le scelte di elettrificazione sulle attuali produzioni negli stabilimenti di Mirafiori, Cassino e Modena. Sulla partenza degli incentivi ha ribadito che la produzione su Mirafiori potrebbe aumentare di 20mila vetture» commenta Uliano secondo cui c’è «stato un confronto molto franco rispetto alle preoccupazioni e alle problematiche che gli stabilimenti Stellantis e l’indotto stanno attraversando in questo periodo di transizione».
«Non abbiamo avuto al momento risposte precise, ma l’ad si è impegnato a dare concreto riscontro alle nostre rivendicazioni, a partire dal confronto aperto con il Governo» spiega il segretario della Fim Cisl. Parole a cui si aggiungono quelle di Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm responsabile del settore auto. «L’incontro è stato una occasione preziosa sia per ascoltare il punto di vista di Stellantis su come affrontare la transizione all’elettrico sia per esporre le legittime rivendicazioni dei lavoratori – sostiene Ficco - abbiamo bisogno di assegnazioni produttive aggiuntive non esclusivamente legate al full electric, tecnologia che evidentemente stenta ad affermarsi sul mercato nonostante le imposizioni della politica, e questo è vero a Torino che ha urgente necessità di una nuova vettura, così come a Melfi che su cinque modelli confidiamo ne abbia almeno uno o due ibridi». Tutto ciò mentre a San Nicola di Melfi a causa della mancanza di componenti la produzione rimarrà ferma fino alle 6 di venerdì. «Lo stop, iniziato lunedì scorso, - spiega il segretario regionale della Fim Cisl, Gerardo Evangelista - incide pesantemente su tutte le aziende dell’indotto del sito automotive di Melfi le quali già attraversano un periodo difficile a causa della mancanza di commesse assegnate».