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Claudio Coviello, dalla «Scala» alla masterclass nella sua Potenza

Nico Basile

Il primo ballerino del teatro scaligero testimonial dell’Apt

POTENZA - È un talento puro Claudio Coviello, 33enne primo ballerino del Teatro alla Scala a Milano. Il prossimo 30 marzo è atteso nella sua città Potenza per una speciale masterclass al Museo Dinu Adamesteanu insieme al maestro del corpo di ballo milanese Walter Madau. Evento promosso dalla scuola Loncar, dove ha mosso i primi passi artistici per poi spiccare il volo sui palchi di tutto il mondo.

Chi è Claudio Coviello oggi? La notorietà ti ha cambiato? E qual è il giudizio sul mondo della danza?

“Mi sento lo stesso di sempre, sicuramente con più consapevolezze, ma non si finisce mai di imparare. La danza si è evoluta, va di pari passo con i tempi, lasciandosi alle spalle i valori di una volta che la rendevano un’arte a 360 gradi. Oggi questo aspetto purtroppo si sta un pò perdendo. In Italia secondo me è una grande catastrofe, ci sono i più bei teatri lirici al mondo ma troppo pochi corpi di ballo, nonostante il numero di danzatori sia molto elevato. Ci sono bravissimi ballerini, nuovi talenti costretti ad andare all’estero perché in Italia non c’è spazio per tutti, lo trovo davvero paradossale. C’è una ‘battaglia’ in corso su questo, dei miei colleghi hanno creato il movimento “Danza Error System” che sta cercando di dare voce a questo gravissimo problema”.

Riesci a conciliare vita privata e artistica? Ti è piaciuto essere scelto tra i testimonial della Basilicata?

“Il nostro è un mestiere che richiede tante energie sia fisiche che psicologiche. A volte, quando sono stanco, è difficile organizzare anche delle banalissime uscite con gli amici. Ringrazio l’Apt Basilicata, la produzione Digital Lighthouse e il bravissimo regista Luca Curto”.

Quando torni a Potenza cosa ti piace fare e che ricordi hai della scuola Loncar?

“Sarò banale, mi piace vivere la famiglia. La Loncar ricorsa il mio primo saggio, ero l’unico maschietto in un gruppo di ragazze più grandi e danzavamo Thriller di Michael Jackson”.

Cosa ti aspetti dall’evento del 30 marzo e che consiglio ti senti di dare ai giovani potentini?

“Magari di dare speranza e stimolo a quei ragazzi e a quelle ragazze che vogliono vivere della propria passione, di essere curiosi e seguire il proprio istinto, nonostante le difficoltà”.

Vedi il ‘pericolo’ che i futuri danzatori professionisti si affidino troppo a talent tv e social?

“Assolutamente sì, poi dipende appunto del percorso di ognuno. Per chi vuole vivere la vera danza nei teatri, cercare notorietà passando da un talent non serve a nulla. Per fare il percorso che ho fatto io, bisogna studiare in una vera accademia e ci vogliono anni di dedizione e sacrifici. Polemizzare in tv per avere più followers non porta a nulla. Ma ribadisco ognuno sceglie cosa essere”.

Progetti futuri?

“Adesso mi trovo a Shanghai, in tour con il Teatro alla Scala per due settimane e due titoli differenti, Corsaro e Giselle. Dopo la tournée ho fortunatamente qualche giorno di stacco per poi riprendere la stagione scaligera”.

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