occupazione

Potenza, le coop si scoprono più «rosa»

rossella libutti

Sempre più donne figurano tra lavoratrici, investitrici e legali rappresentanti come risulta dall'approfondimento di Legacoop

POTENZA - Quante donne ricoprono ruoli istituzionali e decisionali? Quante mogli e madri sono assunte ogni anno e quante guadagnano più degli uomini? C’è, purtroppo, un’unica risposta a tutti questi interrogativi: pochissime. Il lavoro è uno degli ambiti in cui i divari di genere sono più visibili, in Italia ancora di più dove la situazione risulta essere la peggiore d’Europa.

Sono, infatti, ancora un numero esiguo le donne che prendono parte attivamente al mondo del lavoro nel quale sussiste ancora un gap che a volte appare incolmabile. Stereotipi, disparità e discriminazioni la fanno da padrone ostacolando sempre più l’inclusione femminile. In questa direzione, però, continuano a farsi piccoli, ma incessanti passi, da parte di chi non si arrende allo status quo e lotta quotidianamente affinché qualcosa cambi. Uno di questi importanti passi è stato compiuto ieri, nella sede Legacoop Basilicata, dove, alla presenza delle esponenti femminili lucane, si è posto l’accento sul ruolo che la figura delle donne svolge e, soprattutto, sulla certificazione della parità di genere uno strumento nato per favorire l’adozione di comportamenti aziendali virtuosi che possano diffondere una nuova cultura di inclusione nel mercato del lavoro: «Si tratta di un istituto varato da poco, a seguito della riforma del codice sulle pari opportunità – spiega Ivana Pipponzi, Consigliera di Parità Regione Basilicata -. Uno strumento legislativo con il quale, attraverso il Pnrr ed il codice pari opportunità, si è inteso attenzionare l’importanza del lavoro femminile. Le aziende e le cooperative che dimostreranno di avere una sensibilità verso le questioni di genere, infatti, potranno ottenere questo prezioso certificato importante come reputazione sociale, e utile perché comporta tutta una serie di vantaggi che si possono ottenere una volta che ci si è certificati come, per esempio, uno sgravio contributivo dell’1% fino a 50.000 euro o punteggi di premialità quando si partecipa ai bandi pubblici. Unioncamere, tra l’altro, il 6 dicembre ha emanato un bando con scadenza 28 marzo attraverso il quale, le piccole medie imprese, potranno ottenere sostegni economici per pagare tutto il necessario a certificarsi. Spingiamo molto sulla certificazione che deve sempre di più abbracciare tutto il mondo datoriale».

Un esempio virtuoso di integrazione delle donne nella compagine sociale è rappresentato dalle cooperative, tra le quali spicca La Traccia, prima cooperativa lucana ad aver ottenuto la certificazione, accreditando, così, questa forma societaria come luogo privilegiato per contribuire a colmare il gender gap: «Legacoop da oltre 30 anni mette al centro la figura femminile, lottando per creare le condizioni necessarie ad azzerare le distanze – sottolinea Katia Bellomo, responsabile regionale pari opportunità Legacoop – Abbiamo un numero importante di donne che sono un valore aggiunto per il nostro sistema. Le nostre cooperative, infatti, vantano un gran numero di lavoratrici ma, soprattutto, di investitrici, legali rappresentanti di oltre 20 cooperative. Occorre creare le condizioni per superare le criticità che ci sono, per quello siamo qui, per un confronto aperto in uno spazio che ci vede tutti pronti ad un’attenta riflessione per continuare su questa strada e raggiungere risultati sempre più proficui. Sono convinta che la donna nasca con una immensa forza, è arrivato il momento di valorizzata».

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