la mobilitazione

Stellantis a Melfi: il 18 settembre scattano otto ore di sciopero

Sindacati 'totalmente insoddisfatti' sul quinto modello

MELFI - Al termine di un incontro con la direzione dello stabilimento Stellantis di Melfi, Fim, Uilm, Fismic e Uglm hanno dichiarato otto ore di sciopero su tutti i turni di lavoro di lunedì 18 settembre per tutte le aziende dell’automotive della provincia di Potenza». I sindacati si sono detti «totalmente insoddisfatti» della discussione sul quinto modello da realizzare nella fabbrica lucana: «'L'azienda ha riconfermato i nuovi quattro modelli, mentre sul nome dei modelli e sul quinto modello non può dare ulteriori aggiornamenti perché ancora in attesa della definizione dell’accordo nazionale tra il governo italiano e Stellantis».

Sempre il 18 settembre, dalle ore 10, i sindacati dei metalmeccanici hanno convocato un presidio dei lavoratori presso l’ingresso B dello stabilimento Stellantis di Melfi. Alla riunione non hanno partecipato i rappresentanti della Fiom che non ha sottoscritto l’accordo dello scorso 12 luglio.

«Al netto delle posizioni di parte - hanno scritto, in un documento congiunto Fim, Uilm, Fismic e Uglm - gli accordi da noi sottoscritti non possono essere oggetto di continui rinvii per responsabilità del Governo, della Regione e della stessa Stellantis creando confusione e allarmismi che vanno a snaturare gli accordi da noi sottoscritti con fatica, responsabilità e sacrificio. Pertanto non c'è più tempo da perdere. È fondamentale e non più procrastinabile un incontro sul merito circa la realizzazione di un patto con un progetto regionale sull'auto che deve essere in grado di tutelare il lavoro e i lavoratori».

Sul tema dell’organizzazione del lavoro, «dalla prossima settimana partono gli incontri ad oltranza per definire la nuova organizzazione con i numeri dei posizionati giusti per lavorare con un accordo condiviso senza forzature che porteranno allo scontro. E su questo tema - hanno aggiunto - abbiamo ribadito che gli incontri di merito partiranno con una posizione sindacale chiara, ovvero che non bisogna più aumentare i carichi di lavoro ma bisogna rispettare l’ergonomia e la sicurezza come previsto dalle regole condivise e sottoscritte».

Sulle trasferte «abbiamo definito le soluzioni alle problematiche emerse, che sono tantissime e per questo da lunedì ci sarà una struttura dedicata di 20 persone che chiuderà tutto il pregresso e garantirà le chiusure mensili e gli accrediti mensili dei lavoratori. Inoltre sarà rafforzata la struttura aziendale presente su Pomigliano. Abbiamo definito che ci saranno dei referenti delle organizzazioni sindacali di Melfi, che saranno dedicati alle problematiche puntuali dei lavoratori in trasferta su Pomigliano, recandosi direttamente in loco al fine di recepire ed accelerare le risposte per i lavoratori con un confronto immediato sul sito di Pomigliano».

«Pertanto», oggi i rappresentanti sindacali «riteniamo che, per quanto concerne il punto sugli investimenti e sulle mancate risposte relative alle future cinque vetture che per noi sono realtà, il tempo di ulteriori richieste di incontro è finito. I cittadini, i lavoratori di Stellantis e dell’indotto, in questa mancata ufficializzazione delle cinque vetture, non vedono prospettive future certe: c'è bisogno - hanno concluso - di risposte immediate».

LE PAROLE DELLA FIOM

La Fiom «non si ferma fino a quando non otterrà risultati», avverte il sindacato in una nota a proposito delle otto ore di sciopero il 18 settembre allo stabilimento Stellantis di Melfi e che coinvolgerà l’indotto e tutte le aziende automotive».
Le azioni di protesta «messe in campo dalla Fiom Cgil in questi giorni - spiega in una nota la segretaria generale Fiom Cgil Basilicata Giorgia Calamita - sono legate alle mancate risposte dell’azienda sull'organizzazione del lavoro, su sicurezza e carichi di lavoro. La situazione è diventata insostenibile anche a seguito delle scelte scellerate dell’azienda di continuare con gli incentivi all’esodo e le trasferte senza che ve ne siano le condizioni».

«Migliori condizioni di lavoro e un piano concreto produttivo e occupazionale sono gli obiettivi delle proteste - prosegue la sindacalista - In coerenza con ciò la raccolta firme per chiedere un incontro alla Regione Basilicata affinché la vertenza automotive sia regionale e nazionale. La decisione della Fiom di non firmare gli accordi sindacali del 12 luglio è coerente in quanto non si prevedono garanzie occupazionali e di produzione. Dopo gli scioperi della sola Fiom la dichiarazione anche degli altri aumenta i rapporti di forza per una trattativa unitaria con azienda e istituzioni. Non è il momento della competizione tra sindacati ma di un’unica bandiera per la dignità dei lavoratori. Uniamo le iniziative di sciopero per dare forza ai lavoratori».

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