Crisi energetica
Potenza, chiude la storica Spa: villaggi turistici già senza fondi
Il caso Giubileo. Sos dal Metapontino: l’estate 2023 rischia di non cominciare
Ha resistito alla crisi, agli scossoni della pandemia che per due anni ha dimezzato l’utenza, ma di fronte alla stangata delle bollette ha dovuto alzare bandiera bianca. Dopo trent’anni chiude il centro benessere dello storico Hotel Giubileo di Rifreddo di Pignola (Potenza), punto di riferimento del turismo invernale in Basilicata, meta soprattutto di pugliesi attratti dalla magia della montagna lucana. Si stacca la spina alla Spa per sperare di reggere l’onda d’urto del caro energia e mantenere aperto il resto della struttura alberghiera: «È un primo intervento. E speriamo sia l’ultimo - dice il direttore Tonino Giubileo - anche se senza interventi da parte del Governo la vedo dura».
Il tema sono i costi del consumo di energia elettrica. Quanto al gas, la zona non è servita dalla rete del metano e l’albergo ha un proprio sistema alimentato dal Gpl i cui rincari, comunque, non sono paragonabili alle «mazzate» che arrivano dai gasdotti. «L’elettricità - sottolinea Giubileo - è la nostra spina nel fianco. Da una media di 8mila euro siamo passati a 25mila euro. Ad agosto abbiamo ricevuto una bolletta di 32mila euro a fronte di 12mila dello scorso anno. Già a luglio era passata a 25mila quando nello stesso periodo del 2021 spendevamo meno di 9mila euro. Così non possiamo andare avanti e non oso immaginare la spesa che ci arriverà nei mesi invernali, quando da sempre i consumi elettrici sono maggiori. Tutto il comparto alberghiero - aggiunge Giubileo - è reduce dagli effetti della pandemia. Personalmente ho visto ridurre il nostro fatturato del 70 per cento. Ora che pensavamo di poter recuperare un minimo, rispetto anche ai debiti contratti a causa del Covid, ci piomba addosso la questione del caro energia. Ci confrontiamo tra colleghi e il passo verso una chiusura totale degli alberghi non è poi così lungo». Nella speranza che l’Unione europea trovi il bandolo della matassa quanto prima, ci si aggrappa a seppur minime opportunità di ristoro. Ma anche quelle «balbettano»: «Parlano del credito d’imposta - tuona Giubileo - ma per ottenerlo ci dicono che dobbiamo aspettare un’attestazione da parte del fornitore. Come al solito si fanno le cose all’italiana, farraginose».
La voce di Giubileo s’inserisce nel coro di disperazione degli imprenditori lucani del settore. C’è chi paventa il rischio che il protrarsi della situazione finisca per impedire addirittura il decollo della prossima stagione turistica. Giovanni Matarazzo, responsabile di Confindustria Basilicata del settore turistico, al vertice dell’omonimo gruppo industriale a cui fanno capo tre villaggi turistici del Metapontino per complessivi 3mila posti letto, fotografa un quadro generale a dir poco preoccupante: «Stiamo già pagando bollette nell’ordine del 300 per cento in più rispetto allo scorso anno. Sono costi insostenibili di fronte ai quali abbiamo deciso di chiudere in anticipo le nostre strutture alberghiere. In pratica - aggiunge Matarazzo - abbiamo esaurito il plafond con cui prevedere interventi già programmati di riqualificazione e manutenzione straordinaria dei villaggi. Non abbiamo più risorse e il caro energia ha azzerato il nostro margine di manovra. Ci si limiterà a interventi ordinari, ma il vero tema è che se non ci saranno soluzioni a breve termine noi, come molti altri imprenditori del settore, non saremo in grado di far ripartire le attività all’inizio della bella stagione». Per induzione, dunque, l’estate 2023 rischia di pagare il conto più salato del caro energia.