Botta e risposta

Muro Lucano, è scontro sul forno crematorio: cittadini contrari alla costruzione

antonio massaro

«Così fermate lo sviluppo»: è la risposta del sindaco Giovanni Setaro al comitato «forno no»

MURO LUCANO - Forno crematorio sì. Forno crematorio no.
A Muro Lucano, centro del Potentino, è scontro sull’ipotesi di realizzare un impianto finalizzato alla cremazione delle salme nel locale cimitero. È nato così un comitato, che si oppone alla delibera del consiglio comunale ed evidenzia il suo dissenso con questioni legate all’impatto ambientale e alla possibilità di sconfinamento di organizzazioni malativose che operano nel settore. Ma non è tutto. Il fronte del «no» al forno sottolinea «la mancanza di una discussione pubblica e di uno studio specifico sull’impatto ambientale e sulle colture di pregio esistenti sul territorio in particolare olivicole e vinicole, in quanto il principale impatto riguarda l’aria, poiché durante la cremazione nei forni si ha produzione di inquinanti atmosferici».
Decisa è la risposta del comitato cittadino. Un «no» avvalorato dalla tesi che il «forno è del tutto inutile, poco remunerativo dal punto di vista economico e soprattutto inquinante».

A fronte di tutto ciò va detto che oggi in Italia non esiste una norma unitaria che disciplini l’installazione degli impianti di cremazione e le loro conseguenti emissioni in quanto ogni Regione o Provincia stabilisce dei limiti specifici in relazione alla localizzazione dell’impianto ed alla tecnologia adottata.

E così in questo modo la polemica è bella e servita.
Il comitato «forno no» senza indugi chiede soprattutto alle istituzioni regionali «di bloccare la costruzione dei forni crematori in Basilicata così come ha fatto la regione Campania, dove è stata sempre molta attiva la società Edil Vispin che gestisce un forno crematorio a Domicella in provincia di Avellino».

«Nella nostra regione - continuano - che non raggiunge i 500 mila abitanti, un forno crematorio, quello di Potenza, nel raggio di appena 40 chilometri, è in fase avanzata di definizione. Crediamo sia più che sufficiente, in modo da evitare che sodalizi facciano pressione sui nostri Comuni dove non sempre ci sono amministratori competenti».

La replica del sindaco di Muro non si è fatta attendere. Ecco Giovanni Setaro. «Si tratta - sottolinea il primo cittadino - di un comitato basato sul nulla che non ha voluto un confronto e continua a non volerlo. Se non c’è interazione né confronto si rimane fermi allo sviluppo del 1980. Si resta al palo senza fare passi in avanti».

Il sindaco inoltre pone in luce il carattere strumentale del comitato quando ribadisce «che ad oggi non è stato deciso niente in merito alla questione del forno crematorio. L’emergenza sanitaria ha la priorità e non è semplice in questo momento dar seguito a progetti che sono importanti ma devono lasciare spazio al resto».

Gli oppositori in tutti i casi non ci stanno e chiedono la sospensione della procedura appellandosi alla Regione e sottolineando il fatto che «un impianto simile si vuol realizzare sempre nel Potentino, a Spinoso, dove sembra che la stessa ditta, la campana Edil Vispin, si sia già aggiudicato l’appalto». Insomma la querelle è tutt’altro che archiviata.

Privacy Policy Cookie Policy