«Vaccinateci!», in Basilicata il coro unanime dei malati rari
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Massimo Brancati
18 Gennaio 2021
foto Tony Vece
asa più vuota che dolce in Basilicata. In un territorio che si spopola e che, nel giro di trent’anni, rischia di ritrovarsi nella situazione demografica dei primi dell’800, c’è un patrimonio abitativo abbandonato al proprio destino, specchio di uno svuotamento progressivo della popolazione residente. I dati sono inquietanti e ci dicono che una casa su tre, nel territorio lucano, è senza inquilino. Sono esattamente 94.809 le abitazioni «fantasma» (29,4 per cento del totale degli appartamenti), un numero che s’inserisce nel computo generale a livello nazionale, con 7 milioni di case non occupate. Secondo un’analisi di Solo Affitti, la rete immobiliare specializzata nella locazione, la situazione lucana è in sintonia con il contesto meridionale dove c’è una concentrazione maggiore di case vuote, ad iniziare dalla Calabria, al secondo posto nazionale con il 38,7 per cento e 481.741 case vuote, seguita dal Molise (36,9 e 73.524 case). Va meglio in Puglia dove la percentuale si ferma a quota 22 (72.800 abitazioni vuote), in linea con il trend nazionale. Ma la situazione pugliese risente in maniera determinante della presenza di tante case-vacanza (50.026) che sfuggono alla statistica di settore.
La Basilicata, pur registrando un dato allarmante, non è in cima alla classifica nazionale. A sorpresa, il primo posto in fatto di immobili senza inquilini è la Valle d’Aosta (50 per cento, con 58.731 case vuote). Per converso, il maggior tasso di occupazione delle abitazioni si registra in Lombardia (15,2 per cento per 731.665 case vuote), seguita da Campania (17 per cento con 417.576 case), e Lazio (17,6 per cento di case sono vuote, pari a 488.114 in totale).
Sezionando il dato lucano scopriamo che è la provincia di Potenza quella in cui il fenomeno è più evidente: sono 66.112, infatti, le case vuote pari al 30,73 per cento, mentre in quella di Matera l’emorragia si ferma 28.697 (26,8 per cento).
Ciò che sta accadendo sul fronte immobiliare - al netto degli effetti della pandemia che ha «immobilizzato» il comparto - è la conseguenza dello spopolamento. Il mercato del mattone, come tutti i settori economici, ne risente. Acquisti o affitti che siano sono ridotti al lumicino per mancanza di «materia prima». Fino a qualche anno fa il fenomeno apparteneva solo ai paesi più piccoli, ma oggi anche Potenza registra uno svuotamento che ha raggiunto livelli record. Dario De Marca, uno dei titolari della storica immobiliare di famiglia del capoluogo lucano, fotografa il caso: «Si lavora con numeri molto contenuti. I prezzi sono in continua riduzione perché aumenta l’offerta e la domanda invece è quasi azzerata. La città - sottolinea De Marca - si svuota determinando l’aumento dell’offerta da parte soprattutto di persone che hanno ricevuto in successione gli immobili. Magari vivono all’estero o in altre città italiane e se in passato aspettavano l’occasione per vendere casa, oggi con il carico fiscale che comporta - tra spazzatura, Ici e quant’altro - trattano gli appartamenti come una patata bollente. Vogliono liberarsene a qualsiasi cifra. La verità - conclude - è che ci sono immobili che resteranno sul groppone per sempre».
Insomma, la città si svuota determinando l’aumento dell’offerta da parte, in particolare, di lucani emigrati, persone che hanno ricevuto in successione gli immobili. Magari vivono all’estero o in giro per l’Italia e se in passato aspettavano l’occasione per vendere casa, oggi con il carico fiscale che comporta, fanno la corsa a vendere. Anche a costo di svendere. Molti di questi immobili resteranno desolatamente vuoti perché manca l’acquirente. Eppure a Potenza si continua a costruire: sorgono cantieri in ogni angolo edificabile e all’orizzonte ci sono nuove autorizzazioni. La sensazione è che, tra spopolamento, crisi economica e paralisi dovuta all’emergenza sanitaria, tutti questi appartamenti finiranno per far crescere la «città fantasma».
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