Scuola
Potenza, Class@Cross: la frontiera innovativa della Dad
Il progetto della lucana Openet Technologies selezionato dall'Esa
«La Dad? Si può dire che siamo stati i precursori. È una modalità che adottiamo da anni». Esordisce Vito Gaudiano, Amministratore unico di Openet Technologies spa, una delle eccellenze lucane, con sede a Matera, che opera da 20 anni nel settore dell’Ict/Tlc, della ricerca applicata e dell’Eduteintment.
La scuola, il turismo, lo spettacolo, il mondo della cultura sono tra i settori più penalizzati dal Covid. Di qui, sulla scorta del bagaglio di esperienze maturato nel campo delle tecnologie più avanzate è nata class@cross. Di cosa si tratta?
«È la piattaforma multilingue costruita per l’educazione a distanza e realizzata con una soluzione tecnologica specifica che arricchisce i metodi di conoscenza tradizionali dei luoghi culturali, con innovative modalità di fruizione live streaming. Si può dire che è anche la nostra risposta al duro contraccolpo subito dal sistema dei beni culturali e dal turismo a seguito della chiusura disposta per contenere la diffusione del contagio da Coronavirus».
Un valore aggiunto che ha permesso al progetto class@cross di essere selezionato a livello internazionale?
«Un’opportunità che nasce dal bando “Space in Response to Covid-19 Outbreak in Italy”, promosso dall’European Space Agency e sostenuto dall’Asi (l’Agenzia spaziale italiana), in accordo con il Ministro per l’Innovazione Tecnologica e la Digitalizzazione e il Sottosegretariato di Stato alla Presidenza del Consiglio con delega alle Politiche per lo Spazio».
Class@cross perché?
«L’idea è di una classe in cammino, una sorta di espansione della conoscenza grazie alle opportunità offerte dalle nuove tecnologie».
Ed è stato possibile anche grazie alla competizione internazionale?
«Con il premio di 1 milione di euro abbiamo realizzato la piattaforma, un servizio già operativo che consente la visita di altri education e di paesi più a bassa capacità di divulgazione oltre a focalizzarsi anche sul rilancio degli studi scientifici e delle cosiddette materie Stem: matematica, fisica, scienze e chimica».
In che cosa consiste il servizio offerto?
«L’obiettivo è di promuovere e valorizzare il patrimonio culturale grazie alle più avanzate tecnologie di Intelligenza Artificiale e di Extended Reality, in particolare il deep learning per la didattica in ambienti di apprendimento innovativi. La piattaforma realizza delle aree di produzione video /broadcast all’interno di strutture museali e luoghi di interesse storico, scientifico e culturale».
Un sistema innovativo che mette in relazione il mondo della scuola e quello della Cultura?
«Il servizio consente di creare e gestire visite didattiche interattive garantendo la presenza di esperti di settore, divulgatori, guide, attori che dialogano con i partecipanti. Le interazioni con le guide durante i tour, rappresentano il vero valore aggiunto di class@cross rispetto ai tour virtuali già disponibili sul mercato».
Un modello che funziona e che avete sperimentato già con alcune scuole pilota?
«Lo abbiamo testato in sette istituti scolastici della regione su circa mille studenti del liceo classico di Matera, dello scientifico “Galilei” di Potenza e di 5 istituti comprensivi a Potenza (“Busciolano”), Albano di Lucania, Lauria, Stigliano e Valsinni. Il banco di prova sarà ora con la riapertura delle scuole e con l’allargamento del servizio anche ad altri istituti italiani e non solo».
Ma la rete si allarga a altre istituzioni culturali?
«Abbiamo già stretto intese con alcuni musei a Milano e a Napoli con l’Osservatorio Astronomico di Capodimonte e con il Parco delle chiese rupestri di Matera, anche se il Covid ha rallentato i contatti con il sistema delle attività di divulgazione scientifica. È un potenziale che può esplodere a livello esponenziale, dal Met di Boston al Louvre di Parigi, alla nostra Pompei dopo le importanti scoperte emerse nei recenti scavi. Con il modello che proponiamo non vogliamo però sostituirci ai musei, ma la potenzialità è di includere l’esperienza della visita in presenza con il potenziale di una piattaforma integrata che può essere fruita da ogni parte del mondo. È un live concreto che permette i fruitori di rivolgere domande alle guide delle istituzioni culturali, interagire con loro e scegliere diverse opzioni di visita in funzione dei propri interessi».
E questo è molto importante in un momento in cui sono stati interrotti i viaggi di istruzione e il turismo culturale...
«Abbiamo già portato virtualmente gli studenti all’Osservatorio astronomico di Capodimonte e dalle loro case hanno potuto osservare il planetario e le stelle comandando a distanza il telescopio».
Una piattaforma che conferma che la cultura non ha confini e riesce anche a superare il digital divide?
«Gli stessi servizi sono fruibili dalle scuole che da anni sosteniamo in Africa e che stati scelti dal Ministero dell’Istruzione per formare i minori stranieri non accompagnati. Un programma di apprendimento della lingua italiana che coinvolgerà 5.000 ragazzi e per il quale è partito un primo step formativo per 700 studenti. Tra le esperienze avviati in questi anni. anche la formazione di 15 mila addetti elettorali in Congo e in altri 13 paesi Subsahriani».