L'ESTATE DEL COVID

Basilicata, aperti per ferie: così i negozi cercano di rifarsi

enzo fontanarosa

La maggior parte dei negozi cerca di fare affari contando sui turisti. Si concede soltanto qualche giorno di pausa chi può o ha potuto già farlo. Pubblici esercizi, negozi e botteghe hanno scelto l’apertura

Chiusi per ferie? No, aperti per crisi. Finiti i tempi in cui, al solleone, corrispondeva la serrata selvaggia degli esercizi commerciali e il deserto in città. Nell’estate del coronavirus, le saracinesche chiuse lo sono, purtroppo e molto dolorosamente, quelle per la cessata attività, tra “fittasi” e “vendesi” vari. Si concede soltanto qualche giorno per staccare chi può o ha potuto già farlo. Pubblici esercizi, negozi e botteghe, dicevamo, cercano di rimpinguare le magre casse visto che il turismo di prossimità e la scelta di molti di restare negli italici confini, ha fatto tornare anche in città un certo movimento di ospiti anche solo in trasferta serale dai territori limitrofi. Nulla a che vedere con le presenza di solo un anno fa. L’auspicio è che quelle attuali possano contribuire alla risalita del fatturato che, nel primo semestre di questo 2020 da dimenticare, è stato in picchiata.

«La presidente nazionale di Confesercenti, Patrizia De Luise, nei giorno scorsi ha reso noti alcuni dati di un sondaggio, condotto a livello nazionale, dal quale emergerebbe che che sei imprese su dieci sono a rischio di chiudere definitivamente la saracinesca», spiega Angela Martino, alla guida della associazione di categoria nel Materano. «È un dato – continua – che non conforta e pone una serie di grandi preoccupazioni. Cosa accade a livello locale? La situazione non è tanto diversa, anche se qualche segnale di ripresa, sia pure molto lenta, viene percepito». Guardando alla situazione di quella che è nel 2019 è stata Capitale europea della Cultura «in questi giorni si incontra più gente in giro, si è comunque in pieno ponte di Ferragosto, e sono molti turisti che si incrociano specie nelle zone del centro». Gli esercizi commerciali, dunque, possono prendere una boccata d’aria. «Molte attività hanno rinunciato alle vacanze lunghe – riprende –. C’è chi si fermerà giusto per Ferragosto. In tanti davvero non si possono permettere chiusure lunghe viste le sofferenze patite con lo stop durante il periodo del lockdown. Ecco perché c’è chi non chiuderà proprio, ed è la maggior parte, per tentare di recuperare quanto hanno perso durante la chiusura forzata. Consideriamo pure chi non è riuscito più a ripartire dopo quel periodo, per cui ha cessato definitivamente l’attività. In tanti hanno tentato di farlo, sperado che potessero andare meglio gli affari, ma così non è stato. Consideriamo anche il generale rallentamento dei consumi e, se pure un certo movimento può esserci, non saranno certo gli incassi di una settimana a risolvere i problemi di un anno amaro».

In prospettiva «si spera che il Governo centrale metta a disposizione ulteriori aiuti, certamente di più di quelli rispetto a quello che ha fatto fino ad oggi. Lo stesso si dica per il governo regionale, che auspichiamo venga incontro alle aziende in difficoltà. Come Confesercenti Matera io sono ottimista e fiduciosa che non saremo lasciati soli». Chi sta uscendo più colpito dalla situazione generale? «Soprattutto gli esercizi del settore abbigliamento che hanno da subito provato a ritrovare il passo anche con sconti per invogliare gli acquisti. Ma i costi da sopportare sono tanti. Diverso, invece il discorso per il settore del “food and beverage” (cibo e bevande) che pur essendo stato toccato sta riprendendosi, non velocemente, ma con minor difficoltà rispetto a chi vende, appunto, abiti o scarpe. È logico che si può fare a meno di un vestito ma non del mangiare».

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