La decisione
Ragazzo lucano promosso dai giudici: «Picchiato dal prof, smise di studiare»
Il Consiglio di Stato ribalta la sentenza del Tar di Basilicata
POTENZA - In prima media era stato bocciato con quattro insufficienze, ma i genitori avevano lamentato che il figlio si era disamorato allo studio dopo essere stato picchiato da un professore che, per questo, avevano denunciato. Ma se il Tar di Basilicata ha comunque ritenuto valida la bocciatura accogliendo la tesi del Collegio dei docenti che sosteneva come il non ripetere l’anno avrebbe prodotto un danno al ragazzo stesso, il Consiglio di Stato ha ribaltato il giudizio ritenendo plausibile la spiegazione del «disamoramento», sottolineando a riprova come il giovane, ammesso in via cautelare alla classe successiva, abbia poi conseguito «sul campo» la successiva promozione alla terza media.
La carriera scolastica, quindi va avanti per la sua strada, il procedimento amministrativo si chiude e resta da definire solo quello penale a carico del professore, in relazione al quale i Pm lucani hanno già emesso avviso di conclusione delle indagini.
Proprio l’avviso di conclusione indagini ha avuto il suo peso nel giudizio amministrativo di secondo grado. I giudici avevano chiesto alla scuola e al ministero una relazione sui fatti che desse conto di testimonianze, eventuali ispezioni, fatti accertanti. Ma la relazione non è arrivata e, così, i magistrati hanno fatto affidamento sull’atto giudiziario nel frattempo notificato che addebitava al docente un’ipotesi di maltrattamenti poiché «in qualità di insegnante di Storia e Geografia presso la scuola media statale, durante le ore di lezione nel corso dell’anno scolastico 2017-2018, sottoponeva gli alunni (...) a vessazioni psico-fisiche».
Vari gli episodi, stando alle accuse sottoposte ai giudici amministrativi dai genitori: «il professore aveva “agguantato per il collo” l’alunno facendogli sbattere la testa sul banco, con conseguente fuoriuscita di sangue dal naso”; aveva picchiato nello stesso modo anche XXX e “colpito con alcuni schiaffi sul collo ed in un’altra occasione lo aveva agguantato per la maglietta, all’altezza del collo, trascinandolo fuori dall’aula” ed “in più occasioni lo aveva umiliato davanti ai suoi compagni di classe, deridendolo per la sua corporatura robusta con le seguenti frasi: ti sei addormentato su un piatto di pasta asciutta, hai fatto la maratona con la pasta asciutta”; aveva costretto l’alunno “a togliersi gli occhiali, dopodiché lo avrebbe colpito al volto con alcuni schiaffi”».
Un quadro che per il Consiglio di Stato ha avvalorato «la circostanza di comportamenti, almeno nel periodo considerato, tali da alterare sensibilmente la possibilità per l’alunno di partecipare serenamente alla vita scolastica ed all’apprendimento, idonei pertanto a determinare l’illegittimità del giudizio negativo espresso dal Consiglio di classe».
Per il giovane, quindi, conferma della promozione e per la scuola un conto da 6.400 euro di spese legali.