Il caso

Coronavirus in Basilicata: c’è il commissariamento della terapia intensiva

Antonella Inciso

La Regione nomina una task force dopo il decesso sospetto

POTENZA - Troppi i decessi nella casistica del coronavirus presso l’ospedale «San Carlo» di Potenza. Troppi morti se rapportati al numero dei pazienti positivi e di quelli che sono ricoverati. Così, dopo le polemiche per la morte del pensionato 67 enne di Potenza che andato al Pronto soccorso era stato mandato indietro, la Regione manda un primo segnale e di fatto «commissaria» il reparto di Terapia intensiva del più grande ospedale lucano. «Si tratta di supporti» spiegano dalla task force regionale sull’emergenza coronavirus parlando di Luigi Di Trana (ex primario del reparto in pensione) e di Felice Severini (direttore dell’Unità di rianimazione dell’ospedale di Melfi) che da oggi affiancheranno i vertici della Terapia intensiva dell’ospedale «San Carlo». 

Un «supporto», dunque, ma, nei fatti, un «commissariamento» dopo gli interrogativi e le polemiche sui decessi. Già perché la Basilicata deve continuare a fare i conti con i morti e con i contagi. Ieri altri tre positivi (su 140 tamponi effettuati) che hanno fatto salire a 244 i contagiati totali. A cui si devono aggiungere nove guariti e 12 morti appunto, tra cui l’ultima vittima, un pensionato di 71 anni di Montemurro in Val d’Agri, che dalla rianimazione era stato trasferito alla terapia sub intensiva per poi tornare in rianimazione per complicazioni insorte.

Numeri piccoli rispetto alle altre regioni ma che hanno alimentato, comunque, sui social polemiche e proteste, anche sulla scarsità dei presidi di sicurezza. E proprio sui presidi di sicurezza e sulla situazione in generale è intervenuto ieri il governatore lucano Vito Bardi. «Abbiamo avuto e stiamo avendo difficoltà nel reperire, sui mercati secondari, quanto ci occorre per dare sicurezza ai nostri operatori sanitari. Lo ribadisco per l’ennesima volta - spiega il governatore - La Regione Basilicata ha acquistato con fondi propri tutti ciò che occorreva, dispositivi di protezione personale, mascherine, tute, ventilatori e quant’altro. Poco o nulla è venuto dai vertici nazionali. E ci siamo anche trovati davanti alla sgradita sorpresa di un blocco generale delle esportazioni - tamponi compresi. Le nostre difficoltà sono quelle anche di altri sistemi sanitari regionali e posso ben capire che di fronte ad un’emergenza conclamata come quella della Lombardia e del Veneto, la Protezione Civile Nazionale voglia privilegiare quelle regioni».

La Basilicata, però, prova ad andare avanti. Ed a farlo è anche l’opposizione di Centrosinistra in Consiglio regionale che ha varato un documento con proposte concrete «per aiutare la giunta regionale e la Task force a mettere in campo iniziative utili per tutti i lucani». Tra queste bloccare tutti i trasferimenti del personale sanitario, istituire un fondo di microcredito con restituzione a tasso zero e in rate non superiori a 50 euro mensili per le aziende e richiedere a Total ed Eni l’anticipazione del gettito delle royalties stimate per l’anno in corso.

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