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Il processo
Redazione online
03 Luglio 2019
POTENZA - Sono stati ascoltati oggi, nel Tribunale di Potenza, la giornalista Francesca Barra, l’attore Claudio Santamaria e l’ex marito di Barra, Marcello Molfino, nell’ambito di un processo che vede imputato per diffamazione aggravata un dipendente della Regione Basilicata, Domenico Leccese, che nel 2017 pubblicò sul suo profilo Facebook dei post che riguardavano la vita privata della giornalista, e la paternità del suo ultimo figlio.
Barra, originaria di Policoro (Matera), ha ripercorso in aula la vicenda - Santamaria e Molfino si sono costituiti parte civile - iniziata nell’estate 2017, quando Leccese pubblicò alcuni post sulla vita privata della giornalista, arrivando poi ad «attribuire la paternità dell’ultimo figlio a Santamaria - è stato spiegato durante il dibattimento - e non all’ex marito, chiedendo anche un test del Dna». Leccese, che non era presente in aula, si è difeso in passato spiegando che si trattava di "gossip e goliardia": la vicenda divenne poi «virale», con articoli sui giornali e interviste televisive, proseguendo anche nei mesi successivi: i legali di Barra hanno infatti chiesto un’integrazione, spiegando l’esistenza anche di post successivi, fino a ottobre 2017. Leccese affrontò anche un procedimento disciplinare dalla Regione Basilicata, poi archiviato in quanto il post del 17 luglio 2017 fu scritto in orario non lavorativo.
«Sono molto segnata - ha detto Barra al termine dell’udienza - questo non è un momento particolarmente disteso per me, e qui devo difendermi dalle accuse di essere una 'non poco di buonò. E' davvero mortificante e vado avanti per i miei figli, ma dopo due anni la vicenda fa ancora molto male». Santamaria ha invece aggiunto che queste vicende «vanno punite, e l’Italia, rispetto ad altri Paesi, è sempre un pò in ritardo su alcune questioni: in altre nazioni sono sanzionati, ad esempio, i social che non rimuovono i post offensivi, e spero che al più presto queste norme possano arrivare in Italia, e magari che questo processo sia un precedente, e un deterrente». La prossima udienza si svolgerà il 25 settembre.
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