TARANTO - «Sono felice, ma nulla potrà bilanciare le sofferenze che ho patito in questi vent'anni». E' quanto ha detto, all’uscita del carcere, secondo quanto riferito dagli avvocati Salvatore Maggio e Salvatore Staiano, suoi legali di fiducia, Angelo Massaro, 51enne di Fragagnano (Taranto), assolto dopo 20 anni di detenzione dalla Corte d’Appello di Catanzaro nel processo di revisione per l’omicidio di Lorenzo Fersurella, un giovane ucciso il 22 ottobre del 1995 nel Tarantino.
L’imputato era stato condannato in via definitiva a 24 anni di carcere (diventati 30 per cumulo di pena). Massaro, in una lettera inviata al blog 'Urladalsilenzio' fornì, tempo addietro, la sua versione dei fatti. «Non fui affatto sorpreso - scriveva - ad appiccicare alcun incendio all’automobile del mio amico, né tantomeno i familiari videro me sul posto al momento del ritrovamento dell’auto, avvenuta tre giorni dopo la scomparsa, ma dei motociclisti col casco. Uno dei familiari, con problemi di vista, riferì in aula - aggiungeva Massaro - di avere visto a duecento metri di distanza due motociclisti, dicendo : 'mi pareva era lui come si componeva'; l’altro familiare smentì tale versione. La sentenza, escludendo tale episodio riporta: non v'è dubbio che il significato indiziario delle suddette circostanze non sia né grave né univoco nei riguardi dell’imputato, perché la postura sulla moto non è elemento individuante e più persone possono avere la medesima postura».