BARI - I 25 treni Fse fermi su disposizione dell’Ustif del ministero dei Trasporti per usura di ruote e carrelli fanno parte dell’acquisto milionario fatto a partire dal 2006 dalla vecchia gestione aziendale, poi finito al centro di un procedimento penale per truffa. Si tratta in totale di 27 treni Atr 220 venduti dalla società polacca Pesa per 93 milioni di euro.
Secondo il pm di Bari Isabella Ginefra, che ha coordinato le indagini, l’importo, interamente finanziato dalla Regione Puglia, sarebbe stato gonfiato di circa 12 milioni di euro, pari cioè alle provvigioni corrisposte da Pesa, la società che ha venduto i treni, a Varsa, società di intermediazione, fornitrice dei servizi di Pesa in Italia, con relativa truffa all’ente.
La vicenda, insieme con un’altra presunta truffa relativa all’acquisto di altre 25 carrozze ristrutturate, è attualmente in udienza preliminare e si tornerà in aula il prossimo 25 ottobre. Nei giorni scorsi il Tribunale del Riesame di Bari ha disposto il dissequestro di beni per 12 milioni (il valore della presunta truffa) eseguito nei confronti dell’ex amministratore Luigi Fiorillo, ritenendo l’insussistenza delle accuse.
Sulla gestione delle Ferrovie Sud Est, attualmente commissariate, la Procura di Bari ha inoltre in corso, ancora in fase di indagini preliminari, una più ampia indagine per truffa, peculato e abuso d’ufficio relativa a presunte spese pazze e consulenze per oltre 300 milioni di euro fino al 2014 che avrebbero portato la società al dissesto e che sono alla base della richiesta di fallimento avanzata dai pm.