inchiesta petrolio
Controlli ArpaB? Carenti
POTENZA - Sui reflui che, in Val d’Agri, l'Eni smaltiva o reimmetteva nel sottosuolo dopo l’estrazione del petrolio vi furono «controlli approssimativi e carenti» da parte dell’Arpab, l’azienda di protezione ambientale della Basilicata. Lo hanno scritto i giudici del Tribunale del riesame di Potenza nelle motivazioni con cui hanno confermato i sequestri della vasche del centro oli di Viggiano e del pozzo di reiniezione «Costa Molina 2» di Montemurro (Potenza).
Secondo il Riesame, i tecnici che controllavano il processo di smaltimento delle acque erano coscienti che esse superavano «i valori di legge», fino al punto da «filtrare preventivamente i campioni prima di inviarli al laboratorio». Tale «attività letteralmente fraudolenta» era basata anche sulla «totale sudditanza nei confronti di Eni» da parte dei laboratori che analizzavano le acque: uno degli indagati, infatti, interrogato dagli inquirenti, ammise «l'irregolarità della procedura di campionamento».