Milioni di fili metallici tenuti insieme dalla magia dell’arte, quella ispirata alla grandezza dei tempi passati che rivive grazie al talento degli artisti contemporanei. Anche Bari, con ogni probabilità, potrà immergersi nella maestria artistica delle opere di Edoardo Tresoldi. Il giovane, ma già affermatissimo scultore, autore della magnifica installazione che ricostruisce la Basilica paleocristiana di Siponto, a pochi chilometri da Manfredonia, potrebbe realizzare una sua grande opera proprio a Bari, nel Parco Archeologico di San Pietro adiacente al Museo Archeologico di Santa Scolastica.
A lasciarsi scappare il nome dell’artista è stato l’altra sera il sindaco di Bari, Antonio Decaro, nell’ambito di un confronto online organizzato dall’associazione La Giusta Causa, sui temi delle politiche culturali. Di fatto, il MIBAC ha istruito una manifestazione d’interesse per la realizzazione di un’opera d’arte contemporanea nel Parco, e ora siamo alla fase della procedura negoziata con la possibilità, per gli operatori che hanno partecipato alla manifestazione d’interesse, di far pervenire la loro offerta entro il 3 maggio. La commissione esaminatrice dovrà poi esprimere la sua scelta entro l’inizio dell’estate.
Tresoldi, in effetti, fu avvistato nel parco archeologico già durante la scorsa estate, in una delle serate di «Tu non conosci il Sud – E la chiamano estate». Ora quella perlustrazione da parte dell’artista sembra debba portare presto i suoi frutti, proiettando Bari nel panorama dell’arte contemporanea internazionale. «Chiunque sarà l’artista che si aggiudicherà la possibilità di realizzare la sua opera nel Parco Archeologico di Santa Scolastica, dovrà pensare a un’opera che dialoghi con il luogo in cui sorgerà, in un dialogo permanente da antico e contemporaneo», sottolinea Francesca Pietroforte, consigliera delegata alla Cultura-Ico-Biblioteca e Musei della Città Metropolitana di Bari. Altra grande novità che interessa l’Archeologico è proprio la riapertura con la nuova ala del Museo, e che probabilmente avverrà il 28 giugno prossimo in concomitanza con l’arrivo a Bari del segretario di Stato degli Stati Uniti, Tony Blinken, in Italia per il G20 in programma a Matera. «Per l’inaugurazione – racconta Pietroforte – stiamo pensando a una mostra con opere d’arte contemporanea statunitense, provenienti da collezioni private baresi, alla quale sta lavorando la responsabile del museo, Roberta Giuliani, in collaborazione con Angelo Ceglie, per quel che riguarda alcune installazioni video».
Anche la Pinacoteca Metropolitana «Corrado Giaquinto» si appresta alla riapertura con una serie di novità. «È già allestita e lo rimarrà fino al 30 maggio un’esposizione con le opere che raffigurano i paesaggi pugliesi – continua Pietroforte -. Con la riapertura ci saranno grandi novità che riguardano le collezioni permanenti. Vi è stato il riallestimento della collezione Greco, ed è stata allestita una saletta sul Novecento, anche con opere mai esposte prima, e anche di arte contemporanea, tra le quali Le pozzanghere di Pino Pascali. Sono state rinnovate le didascalie delle opere esposte, è stato inserito il QRcode per accedere alle informazioni su ogni opera, la Pinacoteca è stata dotata di wi fi ed è stato potenziato l’impianto di illuminazione. Ci sono anche nuovi pannelli sui quali sono state posizionate le opere che rendono più accoglienti gli ambienti. Intanto stiamo lavorando a un progetto di video che verranno pubblicati sul sito e sui social, con il racconto di alcune opere da parte di cittadini baresi, tra i quali l’avvocato Michele Laforgia, che ha scelto un’opera su un caso giudiziario, la scrittrice Gabriella Genisi che racconterà un dipinto con una donna lettrice».
Anche il Teatro Margherita ha diverse iniziative in serbo per i visitatori. «Il Margherita ospiterà esposizioni tematiche alle iniziative culturali in programma in città, a cominciare da “Lungomare di Libri” a giugno, poi il Festival dell’Architettura, e il Bif&st – spiega Ines Pierucci, assessora alle Culture del Comune di Bari -. A ottobre poi ci sarà come da tradizione “World press Photo” e in seguito la mostra di National Geographic».