Città che cambia
Bari, San Nicola parco tematico, l'ex Stanic come Disneyland
Un progetto speciale candidato dalla Regione al Recovery Fund
Preparatevi a saltare sulla sedia (qualora siate seduti). San Nicola? Diventa un Parco divertimenti. Come Disneyland, sì, più o meno, magari un po’ meno pacchiano, qualora un’area ludica possa non esserlo. La proposta è serissima, inserita nella sezione Progetti Speciali nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza della Regione Puglia, dipartimento Turismo, Cultura e Valorizzazione del Territorio. Il Piano è stato presentato nel novembre scorso al governo nazionale per la trasmissione alla Commissione Europea per il Next generation EU, vale a dire il Recovery Fund.
Andiamo a leggere: «...Sviluppare un Sistema integrato nicolaiano che a partire dalla valorizzazione e messa in rete dei siti di rilievo storico artistico dedicati a San Nicola (Basilica, Museo, Portico del Pellegrino) e delle tradizioni religiose e storico culturali nicolaiane, preveda la realizzazione di un grande Parco ludico culturale Nicolaiano presso la ex Stanic di Bari in cui riunire attività culturali, didattiche, laboratoriali, ricettive, commerciali e ludiche, reinterpretando in chiave di economia culturale i tradizionali modelli dei parchi divertimento».
San Nicola è diventato un’icona non necessariamente (solo) sacra ma progressivamente pop. Che sia il santo alla cui potente storia si è cucita a filo doppio l’identità barese, è un elemento straordinario sia sul piano culturale e religioso, sia per i risvolti, come dire, commerciali che l’esperienza nicolaiana (i pellegrini, i turisti, gli incontri ecomenici) ha prodotto nel capoluogo. Che fosse la spina dorsale del progetto imbastito dal Comune per la candidatura a Capitale della Cultura 2022 (scettro poi andato a Procida), è stato salutato subito come un fattore di possibile successo (per quanto non brillasse di originalità). Adesso la storia sorprendentemente di aggiorna. La potenza nicolaiana spesa per intercettare i soldi (e sono tantissimi) del Recoveruy fund addirittura per finanziare un Parco divertimenti. Guardiamola sotto un altro profilo: maestranze, operatori, progettisti, imprese, indotto... un insediamento del genere non può che dare lavoro a un sacco di persone. Questa, probabilmente, l’idea della Regione.
«Dopo la statua di 70 metri ci tocca anche una Disneyland in salsa nicolaiana», commenta Franco Neglia, dell’Associazione Murattiano, tra i primi animatori del dibattito sul «colossale» progetto della statua. Secondo Neglia andrebbe in ogni caso coinvolta anche l’amministrazione. «Sarebbe il caso di ascoltare il parere del Municipio, tenuto conto che si tratta di un’area, la ex Stanic, per la quale nel passato si sono ipotizzate destinazioni tra le più diverse. Di certo si tratta di un’area di ricucitura urbanistica fondamentale, oggetto nel passato anche della ipotesi di sede del Politecnico. È comprensibile la fretta a voler inserire nel Recovery plan un pò di idee dimenticate nei cassetti delle amministrazioni, ma quando si tratta di snodi urbanistici fondamentali, bisogna andarci cauti». Neglia tuttavia salva - come molti intellettuali baresi - l’ispirazione del progetto speciale della Regione che comunque tende a potenziare la rete dei luoghi nicolaiani ed in particolare l’area che, nella città vecchia, dal lungomare si affaccia sul Largo Urbano II e che comprende il Museo Nicolaiano, la scuola San Nicola, la chiesa di San Gregorio, la statua in bronzo donata da Putin, il Portico dei Pellegrini, la corte del Catapano. «Un’area che circonda la basilica ricca di splendore architettonico - spiega il presidente del Murattiano - e che può prevedere più destinazioni d’utilizzo per ciascuno dei luoghi considerati. Va in questa direzione la proposta più volte avanzata dalla Accademia della Cittadella Nicolaiana con un progetto organico di valorizzazione dell’area già da tempo avanzato al Comune».
Nel frattempo dalla memoria riemerge un altro progetto - anche quello al momento rimasto in fondo a un cassetto - quello che un noto imprenditore pugliese avrebbe proposto a Decaro: dammi la ex Stanic e ti faccio la più grande Cinecittà d’Italia. Decaro avrebbe fiutato odore di bruciato e il progetto sarebbe rimasto... nel cassetto. Evidentemente l’area della ex raffineria seduce gli investitori. E se i soldi li mette l’Europa, il gioco è fatto. Anzi, il miracolo.