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Luigia Ierace
18 Gennaio 2021
«Ma voi siete di Milano?». «No, siamo di Potenza». Quante volte negli anni gli hanno rivolto questa domanda e quante volte hanno dovuto ripetere la stessa cosa, come se fosse impossibile che in una piccola regione del Sud potesse maturare una delle idee più innovative di applicazione della realtà aumentata: provare una gamma infinita di occhiali indossandoli solo in maniera virtuale. E questo è possibile grazie a Spaarkly, tra le ultime start up innovative nate con l’assistenza della Camera di Commercio della Basilicata. Ne parliamo con Michele Lo Russo, 47 anni, amministratore, esperto di mercato e business.
Ci spiega come funziona?
«Si tratta di una soluzione che permette al potenziale acquirente di visualizzare il proprio viso su uno schermo con uno o più livelli informativi digitali sovrapposti. Il software inserisce e adatta i modelli 3D degli occhiali sul volto e il programma Shades permette una simulazione della vestibilità dei diversi tipi di occhiali molto realistica e reattiva al movimento del cliente, proprio come se li provasse di fronte ad uno specchio. In sostanza è possibile misurare un numero potenzialmente infinito di modelli occhiali senza fisicamente indossarli e avere una esperienza di scelta e acquisto coinvolgente online (web, app mobile) o direttamente in negozio attraverso lo specchio ar shades».
Ma come è nata questa start up?
«Grazie a un’idea di Michele Telesca, 29 anni, laureando in Informatica all’Università della Basilicata, allo Startup Weekend Potenza e poi maturata nel 2019 nell’incubatore di GoDesk, partendo dallo sviluppo di un software per inserire oggetti di arredo in un ambiente virtuale, fino ad arrivare alla app che consente di provare gli occhiali senza indossarli. Poi con Start up Basilicata vince il premio di 10mila euro della Regione che gli permette di andare avanti...».
E quindi di avere le risorse per dar vita alla start up?
«Nella società oltre a me quale esperto di business e lo stesso Michele Telesca, c’è mio fratello Raffaello, informatico senior. Ma nel team ci sono altri programmatori e modellisti 3 D. È la parte innovativa dell’azienda dedicata alla visualizzazione di oggetti in 3 D per l’e-commerce e di piattaforme per il try-on virtuale. Ma il nostro obiettivo è di allargarci in atri settori dell’intelligenza artificiale e della realtà aumentata».
Perché proprio Spaarkly?
«Perché l’idea doveva essere effervescente come le bollicine dello campagne o brillante come le scintille del fuoco».
Ma si va oltre l’immagine riflessa?
«L’intelligenza artificiale e il machine learning consentono al produttore di avere una gran mole di dati per migliorare il proprio prodotto in base al viso e alle sue caratteristiche. Ed è utile da applicare in negozio sopratutto ora con la pandemia per evitare il contatto con tanti occhiali e on line dove, pur essendo tra i settori più presenti, vende solo il 4%».
A che punto siete?
«Siamo in fase di sviluppo avanzato e di testing dell’app. Vorremmo partecipare al Mido, la fiera più importante dell’occhialeria di Milano, ma occorrono risorse per sostenere e testare il prodotto. Sono poche le opportunità per far decollare le start up locali senza politiche specifiche e fondi sull’internazionalizzazione. Faremo test anche con alcuni rivenditori a Potenza, ma abbiamo contatti con grandi marchi del settore interessati a sviluppare tecnologie».
Avete altri competitor?
«Si, ma il punto di forza di Spaarkly è tecnico perché a regime il nostro sistema potrà fornire molte indicazioni ai produttori sull’indice di gradimento dei modelli, sulla selezione dei dettagli che lo compongono, sul processo decisionale che termina con l’acquisto, creando un vero e proprio marketing funnel».
A chi vi rivolgete?
«A produttori di occhiali/ brand e grossi rivenditori».
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