Agricoltura
Terlizzi, il tipico fiorone «Tauro» approda Oltremanica
Prestigioso traguardo commerciale: punta all’Igp
Terlizzi - Anche gli inglesi potranno assaggiare il fiorone «Domenico Tauro» di Terlizzi. Ben sei pedane con venti quintali del tipico fiorone «nero» sono partite l’altro ieri dall’azienda agricola di Michelangelo De Chirico con destinazione i supermercati del Regno Unito. Un bel colpo commerciale da un lato, ma allo stesso tempo anche un assaggio di quello che potrebbe essere il futuro legato a un frutto che già da anni viene esportato in Danimarca, Francia e Germania dove la comunità turca è golosissima di questa specie di fiorone.
Il salto di qualità dovrà essere il riconoscimento del marchio di Indicazione geografica tipica (Igp). Insomma, il fiorone di Terlizzi come la burrata di Andria, il carciofo di Brindisi o la cipolla bianca di Margherita. Questa è la sfida cui stanno lavorando il sindaco Ninni Gemmato e l’assessore all’Agricoltura Fedele Dimitrio che nelle ultime settimane hanno messo insieme attorno allo stesso tavolo produttori, commissionari del mercato ortofrutticolo, associazioni di categoria e il Consorzio italiano per il biologico (Cibi).
«Puntiamo a qualificare il nostro prodotto per posizionarlo al meglio sui mercati e offrire alle aziende più competitività», osserva il sindaco. Dice il titolare della «De Chirico»: «All’estero accettano solo prodotti agroalimentari selezionati e certificati». L’amministrazione comunale sta lavorando allo statuto di quello che sarà il comitato promotore del fiorone «Tauro», mentre nei prossimi giorni è prevista la firma davanti al notaio per la costituzione del comitato stesso. Quest’ultimo è l’organismo istituzionale (composto in maggioranza da produttori) che avrà poi il compito di seguire passo passo l’iter verso il riconoscimento del marchio di origine. Il primo passo è presentare a Regione, ministero dello Sviluppo e Ue tutta la documentazione relativa al fiorone «Tauro»: le sue origini, il disciplinare di produzione, le caratteristiche chimiche e nutrizionali. L’obiettivo è ottenere il marchio Igp in venti mesi.
«Un marchio che certifica la qualità e l’origine del fiorone diventerebbe uno straordinario elemento di valorizzazione e differenziazione di questo frutto», dichiara Nicolò D'Orfeo, presidente della Coldiretti di Terlizzi. «Il nostro compito - aggiunge - è sollecitare le istituzioni affinché si dotino di norme che tutelano la distintività del made in Italy». Gemmato evidenzia: «Abbiamo ragione di credere che il fico fiorone “Domenico Tauro” di Terlizzi possa innescare un effetto leva in termini di marketing territoriale con effetti positivi sull'immagine turistica del nostro territorio».