BARI - «Si vive una volta sola è un film corale, sentivo il bisogno di tornare alla coralità dopo tre anni di altre esperienze». Carlo Verdone è a Bari, per presentare il suo ultimo film "Si vive una volta sola", che stasera viene proiettato in anteprima a Bari. Il film, prodotto da Filmauro e Apulia film Commission è stato girato interamente in Puglia l’estate scorsa in località costiere del Salento e a Bari. Verdone, oltre che regista è interprete del film con Rocco Papaleo, Anna Foglietta, Max Tortora, Marianna Falace e Sergio Muniz.
Prima dell’uscita nelle sale del film, prevista per mercoledì 26 febbraio, Verdone e il cast artistico, con Rocco Papaleo, Anna Foglietta e Max Tortora, e il produttore Luigi De Laurentiis, hanno incontrare la stampa pugliese al Cineporto di Bari per raccontare la vicenda del film, ma anche le bellezze di una regione che Verdone ha voluto scoprire e immortalare nel suo 27/o film. Presenti alla conferenza stampa, tra gli altri, Michele Emiliano, presidente della Regione, Antonio Decaro, sindaco di Bari, Simonetta Dellomonaco, Presidente di Apulia Film Commission, e il produttore Luigi De Laurentiis.
«Il film - ha raccontato Verdone - non è stato faticoso nella sia realizzazione ma nella sua preparazione, poi c'è stata grande concentrazione da parte di tutti e abbiamo addirittura terminato le riprese con un giorno di anticipo e tre scene in più di quelle previste». «La scelta della Puglia - racconta - è nata dal fatto che avevamo bisogno di una costa piuttosto lunga. Abbiamo passato in rassegna mezza Italia e poi la scelta si è concentrata su Campania, scartata perché ha collegamenti costieri complessi e Puglia. E ci siamo ambientati benissimo tanto che alcuni interni di appartamenti romani sono stati giurati a Bari, il 99% per cento del film parla pugliese, avrete un buon ritorno di immagine». «In questa regione - ha ancora detto Verdone - c'è un incontro di colori e di atmosfere differenti: c'è una maniera di vivere che non trovi in nessun altro luogo, una leggerezza che ha influenzato positivamente il nostro lavoro. E a questo bisogna aggiungere una abilità nelle maestranza che ha facilitato non poco il nostro lavoro. Ormai la Puglia non è solo "location" per girare film, è diventata un’industria cinematografica e in Italia è preceduta solo dal Lazio con Cinecittà».
«La chiave di lettura di questo film - ha sottolineato rispondendo ad una domanda - ha un fondo di malinconia, i protagonisti bravissimi medici sono smarriti nel privato e non riescono a stare soli, ed è quasi una confessione di noi tutti al pubblico. La melanconia è la cifra del mio lavoro».