la crisi di suez

Missioni militari in Mar Rosso, atteso oggi il voto delle Camere

maristella massari

Ieri il via libera dalle Commissioni Affari Esteri e Difesa. In zona di operazioni tre navi con tre ammiragli al comando

BARI - Le unità navali militari pattugliano le acque bollenti del Mar Rosso, tutelano i traffici mercantili e, come accaduto la scorsa settimana al cacciatorpediniere «Caio Duilio», rispondono se necessario agli attacchi a scopo di autodifesa. Ma alla missione «Aspides» manca l’imprimatur delle Camere, così il comando tattico assegnato al «Caio Duilio» è formalmente congelato fino al «sì» del Parlamento. Una questione tutt’altro che burocratica, dal momento che la nostra Marina ha il compito di coordinare gli interventi in mare e condividere le informazioni. E soprattutto, che le tensioni del Mar Rosso rappresentano una vera e propria emergenza internazionale, con ricadute economiche sui Paesi europei.

Ieri è arrivato alla Camera il via libera dalle Commissioni Affari Esteri e Difesa alla relazione sulle nuove missioni internazionali 2024, in vista delle comunicazioni del Governo su missioni e impegni operativi internazionali da avviare durante l’anno, attese oggi a Montecitorio e poi a Palazzo Madama. Alla Camera ieri sono stati votati gli emendamenti che riguardavano in particolare le missioni «Aspides» e «Levante». La prima, la cosiddetta operazione scudo, che prevede la durata di un anno, ha l’obiettivo di proteggere le navi civili dagli attacchi degli Houthi provenienti dalla terraferma. Si tratta di un dispositivo multidominio per attività di presenza, sorveglianza e sicurezza nell’area del mar Rosso dell’Oceano Indiano. Il fabbisogno per la copertura economica della missione, secondo fonti della Difesa, si aggira intorno ai 40 milioni di euro.

La seconda missione invece predispone interventi italiani per gli aiuti umanitari a favore della popolazione palestinese della Striscia di Gaza. L’impatto finanziario qui è minore, siamo intorno ai 3 milioni secondo le stesse fonti.

Nel testo atteso oggi nell’emiciclo, al termine delle comunicazioni (che dovrebbe tenere il ministro della Difesa Guido Crosetto o il titolare degli Esteri, Antonio Tajani) l’Aula dovrebbe votare un documento che prevede un intervento italiano per «contribuire alla salvaguardia della libera navigazione e alla protezione del naviglio mercantile in transito in un’area di Operazioni che include Mar Rosso, Golfo di Aden e Golfo Persico». Con compiti non più «eminentemente difensivi», come si leggeva nella prima versione della deliberazione, ma ora definiti solo «difensivi» senza altre aggettivazioni, secondo quanto limato dopo le proteste delle opposizioni che chiedevano di cassare l’avverbio «eminentemente» dalla frase.

La Marina italiana avrà nei prossimi mesi compiti di grande responsabilità a tutela degli interessi internazionali nell’area in questione. Le Camere infatti dovranno approvare «Aspides», ma nell’agenda di deputati e senatori c’è anche il prossimo comando italiano della missione antipirateria «Atalanta» e della «Task Force 153» composta da americani, britannici e altri dieci paesi in quella che si definisce l’operazione «Prosperity Guardian». A conti fatti, gli assetti navali schierati in zona di operazione per proteggere il traffico mercantile saranno sotto il comando degli ammiragli della Marina Militare che schiererà complessivamente in teatro tre navi. Si tratta del già citato «Duilio», del «Martinengo» impegnato nella missione «Atalanta» e di una terza unità navale che dovrebbe essere sempre una fregata multiruolo. L’Italia in Mar Rosso sta assumendo responsabilità e compiti che dunque non sono affatto di ordinaria amministrazione e che pongono anche la nostra Marina Militare al centro degli interessi internazionali.

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