Nel Materano

Nucleare, Rotondella ora ha paura e chiede il «Tavolo della trasparenza»

Antonio Corrado

Il sindaco: «Analizzare i valori di contaminazione nelle acque sotterranee di Enea/Sogin»

ROTONDELLA (Matera) - Si convochi urgentemente il Tavolo della trasparenza, per analizzare i valori delle concentrazioni delle soglie di contaminazione (Csc) nelle acque sotterranee del sito Enea/Sogin a Trisaia di Rotondella, discutendo anche sull’iter in corso a livello nazionale per individuare il Deposito unico, oltre che sullo stoccaggio provvisorio delle barre «Elk River» presso il deposito Dmc3/Dtc3 di Trisaia.

È quanto ha chiesto formalmente alla Regione Basilicata, il sindaco di Rotondella Gianluca Palazzo, ricordando che: «Nel corso dell’ultima riunione del Tavolo della trasparenza, il 23 gennaio 2023, l’unica nel corso del mandato amministrativo in corso, erano stati assunti precisi impegni da parte di Sogin Spa (Società di Stato incaricata dello smantellamento degli ex siti di produzione nucleare ndr). In modo particolare -prosegue Palazzo- si era stabilito di tenere un incontro pubblico con le popolazioni locali, nonché l’apertura del sito Itrec (dove sono stoccati provvisoriamente rifiuti nucleari a media e alta attività ndr) alle comunità; impegni che non mi risultano ad oggi onorati.

Nel corso della discussione, si era convenuto di aggiornare il Tavolo per discutere anche del piano di emergenza». Poi c’è la questione aperta sull’inquinamento da trielina nelle falde sotterranee tra il sito Enea e quello Itrec, gestito da Sogin. Una contaminazione autodenunciata da Sogin circa dieci anni fa, con una bonifica avviata ma senza più notizie sulle attuali soglie di contaminazione della falda sotterranea, che finisce nel vicino fiume Sinni e nel mar Jonio.

«Andava analizzata la situazione circa i rapporti di prova dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente di Basilicata - rimarca ancora Palazzo - in ordine ai valori di Concentrazioni delle soglie di contaminazione. Occorre, infine, con estrema urgenza discutere sull’individuazione del Deposito unico nazionale delle scorie, nonché di quello provvisorio delle barre di Elk River, alla luce della notizia resa pubblica da Sogin circa la consegna di 2 cask», due grossi sarcofagi corazzati che serviranno per lo stoccaggio a secco, fuori dalla piscina dove gli elementi ad alta radioattività appartenenti al ciclo sperimentale uranio-torio, sono custoditi da oltre 50 anni. Una preoccupazione più che condivisibile, quella del sindaco Palazzo, che vuole capire se il trasferimento delle barre nei cask costati a Sogin, quindi al ministero ed alla collettività, ben 10 milioni di euro, è funzionale a una maggiore sicurezza e tutela, oppure a uno stoccaggio definitivo in uno dei 14 siti individuati tra Basilicata e Puglia barese per il futuro Deposito unico nazionale.

Quindi, a preoccupare l’Amministrazione comunale di Rotondella, oltre alla procedura di trasferimento, c’è anche la potenziale stabilità della sistemazione. Infatti, i due cask sono concepiti per resistere a fortissime sollecitazioni esterne e, pur essendo l’acqua un potente elemento isolante per le radiazioni (ecco perché le barre sono state stoccate in una piscina), questi grossi sarcofagi offrono maggiore sicurezza di inviolabilità, rendendo le barre ad alta e altissima attività radiologica anche facilmente trasportabili. Da qui le domande legittime di questi giorni: si sta lavorando per portarle altrove? E dove? Se non è così, si sta pensando a uno stoccaggio definitivo in loco? È esclusa l’ipotesi che gli Stati Uniti, da cui provengono, possano riprendersele per processarle, pur trattandosi di un’operazione che sarebbe possibile solo oltreoceano. Infine, sul Tavolo della trasparenza sarà portato anche la situazione dei lavoratori esternalizzati addetti alle pulizie, ormai da mesi in stato di agitazione.

Privacy Policy Cookie Policy