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Matera accoglie le opere di Arnaldo Pomodoro, stasera l’inaugurazione al Musma

 
Massimo Brancati

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Massimo Brancati

Matera accoglie le opere di Arnaldo Pomodoro, stasera l’inaugurazione al Musma

Nei Sassi l’arte di uno dei più grandi scultori del ‘900. Appuntamento alle 18 al Museo della Scultura contemporanea

Mercoledì 11 Gennaio 2023, 11:54

MATERA - La città scolpita più antica del mondo dialoga per la prima volta con uno dei più grandi scultori del Novecento. Oggi, alle 18, al Musma - Museo della Scultura Contemporanea di Matera, sarà inaugurata la mostra «Il teatro del tempo» con opere inedite di Arnaldo Pomodoro, artista che quest'anno compie 97 anni. L'evento è curato da Antonio Calbi, direttore scientifico della Fondazione Zetema. in collaborazione con la Fondazione Arnaldo Pomodoro e Civita Mostre e Musei e con il sostegno del Comune di Matera e dell’ Apt Basilicata.

La mostra rende omaggio alla ricerca scultorea di Pomodoro con la presentazione a Palazzo Pomarici di cinque sue opere: due rappresentano le sperimentazioni spazialiste degli anni Cinquanta, mentre le restanti tre documentano il lavoro sui progetti scenici realizzati a partire dagli anni Ottanta. Si tratta di una piccola ma significativa esposizione che arricchisce l’offerta del Musma, la cui collezione permanente è stata rimodulata per accogliere la mostra Edipo - Crudeltà e espiazione e ora questo omaggio al maestro Pomodoro. La straordinarietà della mostra – che resterà visitabile per un anno intero - è legata anche al fatto che il Musma sarà il primo museo al mondo ad esporre «L'inizio del tempo n. 2», opera realizzata nel 1958 e custodita nei locali dello Schiller Gymnasium di Colonia, un istituto di formazione.

«Per Arnaldo Pomodoro, con questa opera che racconta il tempo cosmico dell’Universo, essere a Matera – sottolinea Raffaello De Ruggieri, presidente della Fondazione Zétema - è come recuperare la sacralità dell’origine del mondo, dal momento che la città dei Sassi racchiude la perennità di un eroico vitalismo storico». «Le opere scultoree di Pomodoro – gli fa da eco Antonio Calbi - rinnovano la bellezza e la potenza dei solidi primari, e non soltanto di questi, sbrecciati però da quegli squarci diventati linguaggio identitario che ne lasciano intravvedere la struttura interna, i suoi meccanismi organici; ne svelano l’anima inquieta, sussultante, terremotata, drammatica. Esattamente come fa la città dei Sassi: anch’essa lascia intravvedere la propria anima riposta, segreta, che altro non è che un intrigo di ambienti scolpiti che si infilano l’uno nell’altro come accade in un sistema linfatico, vitale».

Calbi è un profondo conoscitore dell'arte di Pomodoro. «Fra la fine del 2010 e il 2012 – racconta - ho abitato per quasi due anni il suo studio a Milano, all’incrocio dei due navigli, impegnato a studiare i suoi quasi cinquanta progetti scenici, ricerca confluita in un volume di 600 pagine che minuziosamente documenta il lavoro per il teatro, l’opera, la musica, la danza che ha accompagnato da sempre la ricerca dell’artista».

Il rapporto tra Matera e la scultura contemporanea è un legame storico, iniziato nel 1987 grazie all'esperienza delle grandi mostre dei Sassi, promosse dal circolo culturale La Scaletta. Lo ricordano il sindaco Domenico Bennardi e l'assessore alla Cultura Tiziana D'Oppido: «Un legame – dicono - che si fa sempre più indissolubile. Una città come Matera, costruita dal tempo e nel tempo, non poteva non accogliere il maestro Arnaldo Pomodoro, proprio colui le cui parole sembrano aver anticipato la sua presenza nella nostra città: la scultura, quando trasforma il luogo in cui è posta, ha veramente una valenza testimoniale del proprio tempo, riesce a improntare di sé un contesto, per arricchirlo di ulteriori stratificazioni di memoria».

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