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Matera «scoppia» di negozi di souvenir. Confartigianato: «Colonizzazione selvaggia»

Matera «scoppia» di negozi di souvenir. Confartigianato: «Colonizzazione selvaggia»

 
Enzo Fontanarosa (foto Genovese)

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Enzo Fontanarosa (foto Genovese)

«Ma con la chincaglieria come pagano quei fitti? a Matera»

Uno dei tanti negozi di souvenir gestito da bengalesi a Matera

Giovedì 04 Agosto 2022, 11:21

La definisce una colonizzazione selvaggia del centro storico. Leonardo Montemurro sintetizza così il continuo proliferare di negozietti di chincaglieria. «Non passa giorno che non riceva telefonate. Più d’una. Da chi? Ma da chi ha botteghe artigiane e commerciali», dice il presidente di Cna Basilicata.
Cosa chiedono?
«Che interessi della questione il Prefetto – spiega –. Sono pure tutti disponibili a firmare un appello da dare al rappresentante del Governo, perché si sentono discriminati da una situazione da “due pesi e due misure”».
In che senso? Ci faccia capire.
«Si badi bene, non è che si voglia fare discriminazioni o promuovere “guerre tra poveri”. C’è che continuano ad aprirsi negozietti di souvenir a basso costo, e ormai siamo a una dozzina abbondante tra piazza San Giovanni e piazzetta Pascoli. È una sorta di colonizzazione del centro storico che va avanti senza regole. O meglio, queste ci sarebbero ma si chiede di rispettarle solo nei confronti degli operatori locali da parte della Polizia locale, ad esempio. Sono inflessibili e, se non elevano contravvenzioni, fanno certe levate di capo. E chi invece invade ogni spazio dinanzi alle attività esponendo ogni genere di chincaglieria e prodotti alla faccia di ogni norma sul decoro, sembra quasi godere di una sorta di immunità. È chiaro che i commercianti non ci stanno più».
C’è chi pensa di andare via?
«Se il trend è questo, in pochi anni, complice anche le difficoltà del sistema economico classico, è probabile che più di qualche piccolo imprenditore si troverà in difficoltà, sarà costretto a chiudere attività. Possibile che con l’autunno ci saranno ancora più in difficoltà. Mi auguro di no. Cosa si deve ancora aspettare per capire se ci sono gli strumenti per intervenire? Che l’intero centro storico venga colonizzato?».


Montemurro esprime, poi, una preoccupazione: «Vedo una occupazione “scientifica” del territorio. Non spetta a me certo indagare, ma ormai è opinione comune che ci sia pure un problema di legalità. E non si venga a parlare di discriminazioni o intolleranza o cose così sugli stranieri. Anni fa la Cna iniziò già a discutere, pure con diverse iniziative, sul fenomeno che cominciava a prendere piede. Non si è mosso nulla. Ci attendiamo che dal nuovo Piano comunale del commercio giungano indicazioni utili a riguardo». Ma c’è di più. Ed è ciò che urta gli artigiani e imprenditori: «Le notizie sono di dominio pubblico sui prezzi delle locazioni che i nostri operatori locali non riescono o non potrebbero sostenere, mentre gli altri lo fanno vendendo chincaglieria. Le voci girano e le allusioni si sprecano sul fatto che possa esserci l’ombra del riciclaggio e altri illeciti. Dalle Istituzioni e organi competenti in tal senso, però, di contro, non giunge alcun segnale. Probabilmente stanno operando facendo tutto sotto traccia, che sembra una cosa logica oltre che normale. Intanto, però, cresce il malcontento nella categoria». E, aggiungiamo, le telefonate di artigiani e commercianti per segnalare e lamentare una situazione che proprio non va.

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