L'intervista
Matera, prefetto Argentieri: «La percezione sociale porta la gente a stupirsi anche per un furto»
«Ma ora più reati nelle famiglie»
Un anno fa, o poco più, il prefetto Rinaldo Argentieri si insediava ufficialmente quale rappresentante del Governo in città. Era l’8 gennaio 2020 quando, incontrando i giornalisti, sintetizzò i suoi obiettivi affermando che la Prefettura di Matera avrebbe continuato nel suo impegno “volto a preservare, in comunione d'intenti con gli enti locali e le Istituzioni del territorio, i livelli elevati di legalità e sicurezza che improntano la vostra, la nostra comunità”. Nulla faceva presagire l’annus horribilis che avremmo tutti affrontato, e che ancora esercita tutto il suo nefasto peso con la pandemia in atto. Soprattutto per l’impegno che avrebbe richiesto la gestione della situazione sul piano della sicurezza in senso lato. Specie nelle ripercussioni sociali.
«Mentalmente, l’anno che ci siamo da poco lasciati alle spalle , mi passa come tante fotografie – spiega il prefetto Argentieri –. Sono immagini che parlano di situazioni difficili e disagio, sofferenza e limitazioni del nostro agire quotidiano. Un anno che ci ha cambiato molto nel nostro modo di vivere».
Si dice, però, soddisfatto nel riconoscere l’impegno delle forze di polizia, che sono state «vigili e hanno accompagnato la evoluzione della pandemia nei suoi risvolti sociali, facendolo con attenzione e fermezza ma comprendendo che la collettività era alle prese con un fattore dirompente del tutto nuovo e inatteso».
Più volte, la provincia di Matera è risultata tra le più sicure d’Italia. Una situazione che ancora oggi è reale dal punto di visto della incidenza della criminalità?
«Isole felici non esistono. Senza etichette, mettiamola così: io ho sempre avvertito dal primo giorno la forte responsabilità di contribuire a far sì che i livelli di sicurezza di questa città e della sua provincia, che sono elevati, si potessero mantenere e, possibilmente, anche incrementare. Ma partiamo da una considerazione della realtà, di quella criminalità che è più invasiva nella vita delle persone, cioè quella cosiddetta predatoria, con furti e rapine. Qui, se c’è una rapina la gente, giustamente, si chiede cosa stia succedendo. È una percezione sociale di sicurezza, quella che porta a stupirsi, ad esempio, di fronte a un furto in abitazione. Ciò significa che c’è una sensazione di sicurezza che viene messa in crisi dall’unico furto o dai pochi reati che avvengono. Ecco perché sento forte la responsabilità di contribuire a che questi livelli di sicurezza vengano mantenuti e migliorati».
A modo suo, il lockdown, ha fatto calare i reati in generale.
«Sì, e le statistiche parlano chiaro: a Matera, come in tutta Italia, si è assistito a una drastica riduzione della criminalità, nel suo insieme. Vorremmo mantenere questi livelli non solo perché la gente e, quindi, anche i malintenzionati, sono costretti a stare a casa. È, ad ogni modo, un dato di fatto».
In controtendenza, invece, «destano in me molta preoccupazione e sofferenza, i reati che si consumano dentro le famiglie, i maltrattamenti, le violenze domestiche – aggiunge –. Ci interroghiamo spesso su cosa fare, c’è una legge nuova che sta dando i suoi frutti, ma c’è una questione con risvolti culturali molto forti su cui intervenire. È massima l’attenzione sotto l’aspetto della tutela e della protezione delle parti deboli, normalmente donne».
Si guarda al 2021 e alla agenda degli impegni. Su tutti, l’annunciato G20 dei ministri degli Esteri, che la città dovrebbe ospitare a giugno. Covid permettendo.
«Io avrei un desiderio – confida il prefetto –. Mi piacerebbe che per questo evento si possa rivivere lo stesso clima dell’anno di Matera 2019. Io non l’ho vissuto, se non indirettamente visionando i filmati e ascoltandone il racconto. Chissà che non si possano far rivivere i fasti in occasione del G20. Ad ora non sappiamo se l’evento si svolgerà in presenza o meno. Il pensiero mi induce all’ottimismo e alla serenità della nostra città, ma non solo ovviamente. Stiamo lavorando per l’evento, ma l’incognita, ribadisco, è forte e quello che si potrebbe fare realisticamente, in uno scenario qual è quello che stiamo vivendo in questo momento, è di certo molto limitato. Però, non ci precludiamo degli scenari un po' più favorevoli. Io sono un ottimista di temperamento, poi c’è tutto il realismo che gli eventi ci impongono. Sarebbe veramente un bel momento, quello di rivedere Matera ancora una volta con gli occhi del mondo addosso, sotto i riflettori della comunità internazionale».