Emergenza sanità
Liste d’attesa e Pronto soccorso: emergenze pugliesi e lucane
Dai territori emerge un elenco di carenze e criticità costanti nei vari presidi
La sanità pugliese e lucana registrano costanti emergenze nei Pronto soccorso e nello smaltimento delle liste d’attesa, rilievi confermati dai riscontri dei territori.
BARI L’emergenza tocca anche Bari, come si evince dal numero enorme di accessi in tutti i Pronto soccorso della provincia, quasi tutti alle prese con problemi più o meno gravi relativi alla consistenza del personale sanitario. Sta meglio (si fa per dire) il Policlinico, dove l’organico dei medici sostanzialmente coincide con il fabbisogno. Ma la mole di lavoro è straordinaria in periodo di epidemie (senza considerare il resto): alle 18 di ieri i pazienti in visita erano 94 (2 codici rossi, 5 arancioni, 38 azzurri e ben 61 verdi) senza considerare i 112 trattati nelle otto ore precedenti (di cui 7 codici rossi e e 22 arancioni). Per capire quanto sta accadendo, basti un confronto con i dati di circa un mese fa. Il 19 dicembre arrivarono al reparto di emergenza urgenza dell’ospedale di piazza Giulio Cesare in 140, un terzo in meno.
LECCE Il pronto soccorso, una trincea quotidiana. Emerge dalle dichiarazioni dei sanitari e dalle denunce dei sindacati che parlano di reparti al collasso a Lecce e a Copertino. Un’infermiera racconta di aver ricevuto un pugno nello stomaco. Preferisce mantenere l'anonimato e spiega di aver ricevuto un pugno da un paziente dopo aver completato un turno massacrante: «Un paziente che non voleva fare la terapia, temo venga qui solo per un pasto caldo. Non è la prima volta che alza le mani». I sindacati (Fials e Cisl) hanno una situazione al collasso, puntando il dito su numerose criticità nella gestione della utenza sia al Pronto Soccorso e al Reparto di Ortopedia dell’Ospedale San Giuseppe di Copertino che all’Ospedale Vito Fazzi di Lecce. Il Coordinatore Provinciale Sanità Cisl Fp, Antonio Piccinno ha parlato di «pazienti ultra ottantenni che sostano dai 4 ai 7 giorni in attesa di ricovero». Un’accusa alla quale replica il direttore generale della Asl di Lecce Roberto Rossi: «Nessun paziente rimane parcheggiato al Pronto soccorso. Quasi l’80% delle prestazioni richieste sono di carattere ambulatoriale».
BAT Nella sesta provincia pugliese il 2023 si è aperto con una segnale positivo: l’inaugurazione di una nuova ala del pronto soccorso dell’ospedale Dimiccoli di Barletta. Ma se questo ha portato una ventata di ottimismo e speranza per i pazienti della Bat, a Bisceglie si registrano ancora difficoltà. A segnalarle è il sindacato Usppi che attraverso il segretario generale Nicola Brescia evidenzia che «di fatto, il Pronto Soccorso di Bisceglie si è trasformato in un vero e proprio reparto di ospedale con stazionamento fino a cinque pazienti in stanze adibite a ricovero immediato e temporaneo per i casi di urgenza e che al massimo dovrebbero ospitare due pazienti».
TARANTO Anche a Taranto non mancano i disagi per l’alto numero di accessi al Pronto soccorso dell’ospedale Santissima Annunziata che determinano lunghe file, anche in ambulanza, ed estenuanti attese da parte dei pazienti. Stessi disagi per la prenotazione degli esami specialistici. Le criticità dovute all’ingolfamento del reparto di emergenza-urgenza sono legate in primo luogo alla carenza di medici. Per alcune tipologie di interventi l’Asl ionica ha cercato di snellire le prestazioni direttamente presso i reparti con il cosiddetto fast track, un modello organizzativo di triage che nasce per fornire una risposta assistenziale alle urgenze minori, senza che il paziente affronti una lunga trafila. Per contenere i disagi, si è fatto ricorso anche alla presenza di specialisti nei locali del Pronto Soccorso in maniera da velocizzare la consulenza. Oltre al potenziamento del Punto di primo intervento dell’ospedale Moscati, l’azienda sanitaria ha attivato il servizio di continuità assistenziale (Guardia medica) all’interno dell’ospedale, negli ex locali del Cup (Centro unico di prenotazione).
BRINDISI Lo «scatasfascio» dei Pronto soccorso nel Brindisino è stato certificato dalla Regione negli ultimi giorni del 2022, dichiarando - su richiesta della Direzione generale della Asl di Brindisi - lo Stato di emergenza dei presìdi d’urgenza dei tre ospedali più grossi: Brindisi, Ostuni e Francavilla Fontana. L’atto formale della Regione, però, ha solo sancito formalmente la drammatica situazione di fatto che nei Pronto soccorso degli ospedali della provincia brindisina si vive già dall’inizio della scorsa estate. È stato l’ospedale Camerlingo di Francavilla il primo a pagarne le conseguenze, con medici che venivano invitati - soprattutto nelle sempre più frequenti situazioni di grande afflusso nel Pronto soccorso - a lasciare le attività nei rispettivi reparti per andare a dare una mano ai pochi colleghi in servizio per fronteggiare le tante urgenze. Alcuni si illudevano che fosse solo un problema legato all’estate ed alla necessità di far smaltire le ferie a medici e infermieri, ma anche dopo l’estate nulla è cambiato. Anzi la situazione è peggiorata, esplodendo in tutta la sua gravità la sera del 16 novembre scorso quando gli unici due medici di turno al Pronto soccorso del Perrino di Brindisi, non riuscendo a contattare i vertici Asl, hanno chiamato il magistrato di turno in Procura per denunciare che, dato il massiccio afflusso di codici arancioni, non erano nelle condizioni di poter garantire assistenza a tutti i pazienti nei 15 minuti stabiliti dai protocolli ministeriali. Quella stessa sera una paziente di 77 anni che era in attesa di essere visitata si aggravò e morì.
IN BASILICATA Mentre proliferano le liste di attesa e crescono i «viaggi della speranza» fuori regione, che fanno così lievitare la mobilità passiva, la sanità lucana è in mezzo al guado, stretta dalla necessità di dare risposte più efficaci e celeri agli utenti dopo il periodo post pandemico e di articolare meglio l’offerta dei servizi sul territorio.
Un primo probante banco di prova, dopo che è stato finalmente risolto il contenzioso della Regione con le strutture private convenzionate, sarà la bozza del nuovo Piano sanitario regionale che verrà presentato a istituzioni locali, nazionali, stakeholders e parti sociali il 26 e 27 gennaio alla presenza del direttore generale di Agenas, Domenico Mantoan.
FOGGIA Pronto soccorso croce e delizia, nonostante i locali nuovi e l’ubicazione più moderna manca il personale per tutto il via vai di gente che arriva ogni giorno (in media un centinaio). La direzione sanitaria corre ai ripari e mobilita anche i medici dagli altri reparti, ma il problema della carenza dei medici è strutturale al Pronto soccorso. Più difficile invece il quadro all'ospedale di Lucera (gestito dal Policlinico foggiano) che conta appena due medici per turno al Pronto soccorso.