Si è concluso con sei condanne e quattro assoluzioni il processo per i presunti abusi nei lavori di consolidamento della baia di Porto Miggiano, a Santa Cesarea Terme, una delle insenature più suggestive del Salento. La baia era stata posta sotto sequestro dalla magistratura di Lecce nel marzo 2013 perché - secondo l’accusa - i lavori erano stati compiuti senza i permessi e perché avrebbero irreparabilmente deturpato il costone roccioso, rendendolo più pericoloso e aumentando il rischio idrogeologico.
Il giudice monocratico della seconda sezione penale del Tribunale di Lecce, Pasquale Sansonetti, ha inflitto condanne a pene comprese tra i sette e i dieci mesi di reclusione per i sei imputati condannati. Tra i quattro assolti vi è l’ex sindaco di Santa Cesarea Terme, Daniele Cretì, per il quale il giudice ha disposto che «il fatto non costituisce reato». I reati contestati a vario titolo sono di da distruzione e deturpamento delle bellezze naturali e falso ideologico in atto pubblico.
Disposto anche il dissequestro della baia e la sua restituzione al Comune di Santa Cesarea Terme, previa messa in sicurezza del costone. Il pm Elsa Valeria Mignone aveva chiesto 9 condanne, anche per l’ex sindaco Cretì.