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Lecce, il referendum sul filobus in attesa dell’ultimo voto: si attende solo il via libera del Consiglio
Un voto dall'esito scontato (vista la collaborazione tra maggioranza e opposizione), per costituire la Commissione tecnica che sarà chiamata a svolgere i controlli finali
Manca l’ultimo voto formale, dall’esito scontato (vista la collaborazione tra maggioranza e opposizione), per costituire la Commissione tecnica che sarà chiamata a svolgere i controlli finali sul quesito referendario e sul rispetto di tutte le procedure che portano al via libera alla consultazione popolare promossa dal Comitato contro il potenziamento del filobus.
Sarebbe il primo esperimento di democrazia diretta a livello comunale.
L’Università del Salento è pronta a dare il proprio contributo. Il professore Luigi Melica, direttore del Dipartimento di Scienze giuridiche, riunirà i suoi colleghi per un parere, subito dopo il voto del Consiglio comunale di Lecce, e individuerà il componente della Commissione tecnica sulla base delle competenze specifiche («ratione materiae»).
Sarà individuato un docente di diritto pubblico, quindi esperto in diritto amministrativo e costituzionale, e possibilmente uno studioso della materia referendaria.
L’intento del Comitato promotore è quello di cancellare la delibera che punta sul potenziamento della filovia, con 118 milioni “a fondo perduto” garantiti dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, per realizzare tutta una serie di interventi infrastrutturali e rinnovare la flotta dei bus senza che il Comune metta fuori un euro (anche se il Comitato ha sostenuto che bisognerà sopportare i costi d’esercizio milionari con le casse comunali).
Eppure, le notizie da Roma per i sostenitori del filobus non sono buone: secondo alcune indiscrezioni, le risorse non sono disponibili e, nel caso fosse approvato il progetto leccese, ci sarà da aspettare. Sono tempi difficili sul piano economico. Il governo ha bisogno di investire risorse su diverse emergenze e i cordoni della borsa per gli altri progetti potrebbero stringersi.
Al di là di quanto potrà accadere sul piano dei finanziamenti, sarà comunque importante acquisire il parere dei cittadini su un’iniziativa che divide i leccesi da anni (e in passato ha spaccato anche il centrodestra). A Palazzo Carafa, però, dopo l’accelerata impressa per modificare statuto e regolamento nell’apposita commissione, non c’è ancora la data del Consiglio comunale.
Il presidente Bernardo Monticelli Cuggiò non ha ancora convocato i capigruppo per fissare una data. In aula i consiglieri comunali dovranno solo prendere atto della modifica di un componente della Commissione tecnica passata in Commissione statuto: al posto del magistrato del Tar, si è deciso all’unanimità di puntare su un docente dell’Università del Salento, con competenze specifiche, che andrà ad affiancare il segretario generale e il componente designato dall’Ordine degli avvocati.
I giochi sono ormai quasi fatti per spianare definitivamente la strada al referendum.