il reportage
Casale di Fulciliano: storia, leggenda (e abbandono) ecco il castello che non ti aspetti FOTO
Nel Salento una gemma nascosta del patrimonio architettonico pugliese. Ai piedi delle Serre Salentine, faceva parte della linea difensiva del Sud della Terra d’Otranto voluta dai Normanni
Nel Salento, il Castello che non t’aspetti, si trova a Galatone, a poche decine di metri dal centro abitato. Faceva parte dell’antico Casale di Fulaciano o Fulciliano, dove a differenza della confinante Galatone legata alla lingua latina, gli abitanti utilizzavano ancora l’idioma greco. Assieme ai dissidi per la supremazia della lingua e degli usi ad essa legati, nel Medioevo, gli abitanti di Fulaciano ed i galatonesi vennero allo scontro armato, che alla fine determinò la distruzione del villaggio di lingua greca.
IL CASTELLO In epoca moderna nominato Fulcignano, alla fine di via San Luca, superata una stradina sterrata delimitata da preziosi muretti a secco bisognosi di cure, il maniero impressiona per le dimensioni e l’impianto che rimanda all’architettura castellana araba, ma anche per lo stato di abbandono, che a dispetto di tutto, ha però consentito alle sue possenti mura, di resistere all’incuria del tempo e degli uomini. I resti d’un’impalcatura, suggeriscono che lavori di consolidamento e messa in sicurezza sono stati avviati, ma evidentemente interrotti senza aver anche riguardato ristrutturazione e restauro, privando così la comunità locale e la Puglia intera, della fruizione d’una testimonianza di inestimabile valore storico.
oltre le colonne Al di là del cancello d’ingresso retto da due colonne nelle cui nicchie sono altrettanti affreschi a soggetto religioso, s’erge dunque l’imponente costruzione risalente almeno al 1192, all’epoca del signore-feudatario Maurizio Falcone. Lungo quattro lati di 75 e 50 metri per parte, corrono le mura spesse due metri e mezzo, ai lati delle quali sono rimaste due delle quattro Torri che gli conferivano l’aspetto del Castello-recinto e la forma quadrangolare.
i fascinosi interni Se proprio le mura sono il punto di forza della struttura, dal 2011 di proprietà comunale e dal 1967 monumento nazionale, lo stesso non può dirsi dell’interno, nel quale s’entra da un arco gotico a sesto acuto, sul quale restano tracce d’una decorazione. Costruiti in epoca diversa, esistono pure parti consistenti di due vani con le volte a botte, un altro con i resti d’una scala che portava a una delle Torri di difesa, due grandi nicchie arcuate sotto cui corre un canale di scolo collegato ad un pozzo-cisterna, ed ancora, un sedile in muratura, un capiente camino ed un grande giardino da rifondare.
CENNI DI STORIA Sorto ai piedi delle Serre Salentine, il Castello di Fulcignano faceva parte della linea difensiva del Sud dell’antica Terra d’Otranto voluta dai Normanni. Ebbe fortuna e seguito sino alla metà del XIV secolo, ma a causa delle guerre fra le famiglie di rango che se ne contendevano il possesso, attraversò una stagione di decadenza, alla quale seguì, a partire dalla metà del 1400, la rinascita dovuta al nobile Giovanni Orsini del Balzo, che lo ebbe in dono dalla regina Giovanna II di Napoli, in segno di riconoscenza per aver sconfitto il capitano di ventura a lei nemico, Ottino de Caris detto Malcarne.
LE LEGGENDE DEL DIAVOLO E DEL FANTASMA Come quasi tutti i Castelli pugliesi, anche Fulcignano si nutre di leggende e fantasmi. Le prime raccontano del Diavolo in persona, che custodiva un favoloso tesoro. Chi avesse avuto coraggio, per impossessarsene, poteva contare sul tempo che il Maligno avrebbe impiegato per cibarsi dell’innocente portato in dono. Solo uno sconosciuto osò sfidare il Signore delle tenebre, offrendogli un neonato, che in realtà era un gatto. Ma allorché il felino prese a miagolare, il piano fallì. Quanto al fantasma, è della moglie del feudatario, al quale i predoni che assediavano la fortezza, rapirono il figlioletto. Per salvare la creatura, la donna votò l’anima a Satana, ma inutilmente. Il bambino venne ucciso comunque ed appeso ad un carrubo. Da quel giorno, l’anima disperata della povera donna, s’aggira attorno alle mura di Fulcignano, emettendo i suoi strazianti lamenti.