Per i turisti non è altro che una bambina di circa cinque anni vestita di rosso, ingioiellata e truccata. Ma per i nepalesi è la dea in terra, è l'impersonificazione di Taleju, una delle dee più importanti del pantheon induista nepalese, essendo una rappresentazione della moglie di Shiva. E' la Kumari, la vergine, la dea bambina simbolo della religiosità nepalese.
E' lei che, secondo la tradizione, deve proteggere il Nepal. E' solo davanti a lei che il re nepalese si inginocchia e dalla quale riceve la benedizione rituale. E' lei che i turisti vogliono vedere e cercare di fotografare, nonostante i divieti. La Kumari più importante risiede a Kathmandu, nelle altre città della valle della capitale nepalese ci sono altre Kumari, ma meno importanti di quella di Kathmndu. Nella piazza principale della capitale nepalese c'è il palazzo dalle finestre intarsiate di legno dove vive.
Viene scelta all' interno della comunità newar, una delle etnie più popolose del Nepal.
Appartiene alla casta buddista dei Sakya, la stessa alla quale apparteneva Gautama Siddharta, diventato il Buddha. A sceglierla è una «commissione» di otto specialisti rituali, fra i quali il sacerdote del tempio di Taleju, la dea indù tutelare del re e astrologo reale. Quest'ultimo analizza l' oroscopo della candidata non solo per controllare che sia favorevole, ma soprattutto per assicurarsi che non sia in conflitto con quello del re: per garantire, cioè, che il sovrano non si trovi in pericolo quando andrà a trovarla. L' eletta deve possedere le «32 perfezioni», tra le quali la bellezza, la pelle chiara e profumata, la dentatura perfetta, i seni poco appariscenti.
L'attuale Kumari è stata scelta nel 2001, poco dopo la strage reale che ha scosso il Nepal, quando il figlio dell'allora re, prima di suicidarsi, ha ucciso tutti i membri della sua famiglia.
Oggi si affaccia dalla sua finestra a richiesta dei turisti che lasciano offerte in una scatola nel cortile, stando bene attenta a non farsi fotografare.
Dietro questa esile figura ingioiellata e truccata c'è comunque un misto di storia, tradizione e leggenda. Quella che sorprende di più è la storia umana di una bambina, strappata alla sua famiglia al'età di tre-quattro anni per diventare la dea in terra. Non lo sarà a vita, ma fino al primo mestruo, quando sarà sostituita da una nuova Kumari. Infatti si ritiene che la Kumari, avendo le mestruazioni, contaminanti secondo l'induismo, perda la sua purezza e la capacità di incarnare una dea. Ma la perdita dello status di dea non si ha soltanto con il primo mestruo, ma anche per una ferita che comporti perdita di sangue. Già, perchè la Kumari non può essere curata come i comuni mortali: in quanto dea deve rimanere integra e intatta. Il sangue ha infatti un' importanza grandissima in tutta la cultura newar. Le persone si rivolgono alla Kumari per problemi spesso legati al sangue, come le emorragie.
Non le è neppure permesso di piangere, di mostrarsi disinteressata o irrequieta. Per questo motivo i sacerdoti che la scelgono devono verificarne anche la forza di carattere. Come prova, la fanno dormire in una stanza buia tra le teste di capre e di bufali sacrificati in suo onore. Se resiste, viene eletta Vergine divina.
Una volta eletta, la bambina dea subisce l'isolamento dalla vita quotidiana: per evitare che si ferisca, vive da sola, lontano dagli altri bambini e dalla sua famiglia; la kumari ha la possibilità di uscire soltanto tredici volte all'anno in occasione delle feste principali. Ed anche in queste occasioni non può camminare da sola, per non farsi contaminare dalla terra: viene sorretta dai portantini in processione, mentre i sudditi devono tenere lo sguardo basso. Secondo la credenza, incontrare il suo sguardo potrebbe costare loro la vita.
Smessi i panni della dea, la bambina torna a casa dalla sua famiglia, incontrando spesso notevoli difficoltà di reinserimento. Pare inoltre che la maggior parte delle ex Kuumari abbiano anche la difficoltà a trovare marito, perchè una superstizione vuole che il marito della ex Kumari muoia a pochi mesi dal matrimonio.
Secondo un'antica credenza infatti, dall'organo genitale della Kumari possono uscire serpenti che divorano il malcapitato che ha una relazione con lei. E spesso, rimaste vedove, alle incarnazioni di Tulaja Bhawani non rimane altra via che quella della prostituzione, o di un dorato esilio con il vitalizio dovuto alle ex kumari.
Martedì 17 Agosto 2004, 17:43
06 Novembre 2024, 16:36
















