Territorio

Il Tar Lecce salva il porto turistico di Leuca

Massimiliano Scagliarini

No alla revoca della concessione disposta a settembre dalla Regione per i ritardi nei lavori. I giudici: «Scelta irragionevole»

Il provvedimento con cui a settembre la Regione ha revocato la concessione demaniale per realizzare il porto turistico di Leuca è «sproporzionato ed irragionevole» rispetto all’avvio dei lavori di completamento avvenuto con due mesi di ritardo, soprattutto in considerazione del fatto che in estate è proibito aprire cantieri sul mare. E soprattutto che il Comune di Castrignano aveva impiegato ben 12 anni per approvare la variante al piano regolatore necessaria ad avviare le opere. L’ordinanza con cui il Tar di Lecce (Prima sezione, presidente ed estensore Pasca) ha sospeso la revoca della concessione è entrata nel merito della vicenda, con una sorta di sentenza anticipata che smonta lo stop degli uffici del Demanio accusati di «eccesso di potere».

I giudici amministrativi hanno dunque accolto la richiesta della società mista Porto di Leuca (difesa dall’avvocato Rodolfo Barsi) che per il 51% fa capo alla curatela Igeco e per il resto al Comune, intenzionato a gestire in proprio l’opera. La concessione per 49 anni e 7 mesi era stata rilasciata nel 2008, ma l’avvio dell’opera è rimasto bloccato per anni per via dell’opposizione al progetto prima delle marinerie locali poi dello stesso Comune. Solo a dicembre 2024 è stato dunque sottoscritto l’atto integrativo che prevedeva l’avvio dei lavori di completamento entro lo scorso aprile, mentre il permesso di costruire prevedeva il termine di luglio.

Il porto commerciale di Leuca ospita 700 barche, in parte da diporto e in parte da pesca. La difesa della Porto di Leuca ha rilevato, e il Tar ha condiviso, il fatto che i lavori in realtà sono stati avviati ma non erano potuti partire perché - come aveva scritto il Comune concedendo una proroga - l’area oggetto degli scavi ad aprile era occupata da «imbarcazioni in attesa di varo». Fatto sta che a giugno un sopralluogo della Regione aveva verificato il mancato avvio del cantiere, innescando così la procedura di revoca.

L’opera è al centro anche di polemiche politiche, con alcuni consiglieri comunali del luogo che hanno presentato un esposto in Procura per la presunta esecuzione di opere abusive in zona sottoposta a vincolo. La società mista gestisce il porto turistico dal 2008. Dieci anni dopo la Igeco (che si occupava anche di vari altri appalti pubblici) è stata colpita da un’interdittiva antimafia (per via della presenza di lavoratori controindicati) nell’ambito dell’inchiesta del Ros che portò al commissariamento del Comune di Parabita, e dopo aver ottenuto il controllo giudiziario venne poi dichiarata fallita. Il 51% nella Porto turistico di Leuca è ora il principale asset della curatela, e potrebbe in ipotesi essere messo sul mercato: il Comune di Castrignano sta provando invece a riprendersi la gestione diretta del porto. Ma la concessione è invece di competenza della Regione.

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