La decisione
Soldi all'ex assessore regionale Ruggeri in cambio di favori, a Lecce condannati in 4
La sentenza in abbreviato: due anni e 4 mesi a un commercialista, assolto un ingegnere. Per l'ex esponente della giunta Emiliano il processo continua
Arrivano quattro condanne (con pene complessive più alte rispetto a quelle richieste dalla Procura) ed una assoluzione al termine del processo con rito abbreviato per l’operazione «Re Artù», quella che portò nel luglio del 2022 all’arresto, tra gli altri, dell’ex assessore regionale al Welfare, Salvatore Ruggeri e dell’allora consigliere regionale Mario Romano (da tempo sono tornati in libertà). Nell’inchiesta si ipotizzano presunti illeciti per ottenere voti: somme di denaro, pesce e champagne, o favori come i posti di lavoro.
La sentenza è stata emessa ieri dal gup Angelo Zizzari che ha inflitto 2 anni e 4 mesi al commercialista Giantommaso Zacheo, di Carpignano Salentino, 2 anni a Giuliana Lecci di Montesano Salentino, 1 anno e 4 mesi a Luigi Antonio Tolento, di Soleto, un anno per Antonio Specchia, di Serrano. Rispondevano, a vario titolo, di corruzione, traffico di influenze illecite e falso. Il giudice ha inoltre condannato i quattro imputati al risarcimento del danno per le parti civili in separata sede, ed al pagamento di provvisionali: 100mila euro in favore sia dell’Asl che della Regione Puglia (rappresentata dall’avvocato Daniela Limongelli). Zacheo è stato inoltre condannato al pagamento di 50mila euro alla Tecnomed Centro Medico Biologico, parte civile con l’avvocato Bartolo Ravenna. Tolento e Specchia dovranno invece corrispondere 10mila euro ciascuno a Sanitàservice Lecce.
Il pm Alessandro Prontera aveva invocato pene tra i 5 mesi ed i 2 anni e 4 mesi di reclusione. Secondo quanto emerso dall’inchiesta Totò Ruggeri ed il medico Elio Vito Quarta «stringevano un patto corruttivo», con la collaborazione del commercialista Zacheo, per accreditare il centro privato «Prodia» di Muro Leccese all’attività di procreazione assistita, in danno della Tecnomed. Si parla anche di posti di lavoro nei concorsi Arpal e Sanitàservice in cambio di soldi, con il coinvolgimento dell’ex consigliere regionale Mario Romano. E di un presunto patto a luci rosse tra Ruggeri ed una donna che ambiva a migliorare la propria posizione lavorativa. Gli imputati (difesi dagli avvocati Giovanni Montagna, Mario Coppola, Antonietta Martano) potranno fare appello.
Invece accogliendo la richiesta del pm il giudice ha assolto «per non aver commesso il fatto» l’ingegnere Roberto Aloisio di Maglie, all’epoca dei fatti istruttore dell’ufficio tecnico di Otranto, coinvolto in un filone dell’inchiesta su un atto interno alla procedura di autorizzazione per il ripristino dell’arenile del lido Atlantis di Otranto e per il quale sono stati già prosciolti, durante l’udienza preliminare Pierpaolo Cariddi, ex sindaco di Otranto, Mario Pendinelli, sindaco di Scorrano, ed Emanuele Maggiulli di Muro Leccese, ex dirigente comunale. Il processo con rito ordinario con Ruggeri, Romano ed altri imputati eccellenti come l’ex direttore dell’Asl Lecce, Rodolfo Rollo, è invece ancora in corso: il Tribunale sta ascoltando i testimoni del pm.