Il caso

Inchiesta di Lecce, i dubbi del Riesame sulle accuse a Delli Noci: «Contro l'assessore indizi modesti»

massimiliano scagliarini

Il Tribunale della Libertà ridimensiona il quadro nei confronti dell'ingegnere barese Maurizio Laforgia: «Non è l'organizzatore della presunta associazione per delinquere. Non si può escludere che fosse solo una lobby»

Ci sono «perplessità» e «sovrapposizioni» tra le accuse che la Procura di Lecce ha mosso all’ingegnere barese Maurizio Laforgia e quelle, pregnanti soprattutto sul piano politico, che riguardano l’ex consigliere e assessore regionale Alessandro Delli Noci. ll primo, secondo le indagini, sarebbe stato l’intermediario del secondo nell’associazione a delinquere formata per favorire gli imprenditori salentini Alfredo Barone e Marino Congedo.

Il Riesame di Lecce (presidente Coppola, estensore Giannone) ha motivato ieri l’annullamento degli arresti domiciliari disposti il 3 luglio nei confronti di Laforgia con «un ridimensionamento della gravità indiziaria» e con l’inesistenza del pericolo di reiterazione dei reati. Ma ha anche aperto la porta alle tesi della difesa di Maurizio Laforgia (avvocati Michele Laforgia e Viola Messa), in base a cui quella messa in piedi dall’ingegnere barese sarebbe stata una lobby, nel senso lecito del termine.

L’inchiesta dei pm Alessandro Prontera e e Massimiliano Carducci ritiene che Delli Noci, tramite Laforgia, si sia messo a disposizione di Barone e Congedo ottenendo in cambio favori (assunzioni) e contributi per la campagna elettorale del 2020...

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