BOLOGNA - Era in casa, sdraiato di schiena, il corpo tra una sedia e una finestra, una cintura stretta al collo. E’ stato trovato così Raffaele Marangio, 78 anni, psicoterapeuta e docente in pensione, piuttosto conosciuto a Modena dove aveva fondato la sede di Aspic (Associazione per lo sviluppo psicologico e culturale dell’individuo e della comunità). L’indagine della squadra mobile della polizia è per omicidio, contro ignoti, ma al momento è un’ipotesi da verificare dopo i primi esiti dell’autopsia.
L’appartamento in via Stufler, in centro, è sotto sequestro dal 26 luglio, la data del ritrovamento del cadavere. Ma il procuratore Luca Masini ha scelto di darne notizia solo più di due settimane dopo, con una nota di poche righe, senza il nome né l’età della persona coinvolta e con minimi dettagli. Una modalità di comunicazione stigmatizzata dall’ordine dei giornalisti e dalle associazioni stampa regionale e modenese.
A portare i poliziotti delle volanti a controllare la casa è stata la segnalazione di vicini e in particolare della figlia di Marangio, dopo che lui non rispondeva più al telefono. Pare l'uomo avesse in programma di trasferirsi a Roma, dove vivono i familiari. Quando è stato trovato il corpo, in breve tempo sono arrivati la pm di turno Monica Bombana, il medico legale, gli investigatori di mobile e Scientifica che hanno avviato i primi accertamenti.
L’attenzione degli inquirenti è sulle frequentazioni del 78enne, gli incontri e le interazioni degli ultimi giorni e delle ultime ore.
«Stiamo aspettando tutti gli accertamenti che si svolgono sotto il segreto istruttorio - dicono gli avvocati nominati dalla famiglia - La salma non è ancora stata liberata, attendiamo l’esito dell’autopsia. La situazione potrebbe far pensare ad una aggressione o ad un’azione violenta, per questo abbiamo pensato di nominare un nostro consulente di parte».
I primi risultati dell’esame medico legale porterebbero ad una morte per asfissia, un soffocamento probabilmente dovuto alla pressione della cintura sul collo, ma senza un trauma così forte da provocare la rottura dell’osso ioide. Una dinamica che potrebbe far pensare all’intervento di un’altra persona più che ad un gesto volontario. Ma occorrono maggiori approfondimenti per capire chi poteva, eventualmente, avere motivi per compiere un assassinio.
Marangio dai vicini è descritto come una persona abbastanza solitaria. Era molto apprezzato nell’associazione che aveva portato a Modena, nel 1996, e che lo ha ricordato così, nei giorni scorsi: «Con immenso dolore ti salutiamo caro Raffaele. Ti rendiamo onore per avere portato la cultura del Counselling a Modena prima degli anni 2000 e ti siamo immensamente grati per essere stato un modello di umanità e di proattività contagiosa».