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Lecce, al pronto soccorso del «Fazzi» oltre 37mila accessi a luglio: è necessaria riorganizzazione

Maddalena Mongiò

La Fials chiede interventi per l’ospedale di Lecce. Chiesto incontro all'Asl di Lecce per affrontare il problema della vertenza

LECCE - Pronto soccorso del Fazzi di Lecce: gli accessi fino a luglio superano quota 37 mila e in più il personale deve fare i conti con i pazienti che devono essere gestiti in attesa dei ricovero, ma anche con la carenza di personale. Problemi che travagliano da molti anni il Pronto soccorso dell’hub di II livello di Asl Lecce, ma il segretario provinciale della Fials (Vincenzo Gentile) punta il dito e parla di silenzio assordante. Chiede un tavolo tecnico in cui discutere la riorganizzazione degli spazi e minaccia «azioni sindacali a tutela dei propri iscritti, dei dipendenti tutti al fine di garantire la tutela del lavoratore e dalla sanità nel suo complesso».

Secondo Gentile il triage è un punto dolente dell’organizzazione del Pronto soccorso e muove le lagnanze scrivendo alla direzione generale di Asl Lecce (DG Stefano Rossi, DS Maria Nacci, DA Yanko Tedeschi): «Primariamente si evidenzia che le attività di ingresso, attesa pazienti e familiari, triage, accettazione, movimentazione barelle e altri carichi, trasferimento pazienti, passaggio di personale sanitario per consulenze e strumentari, convergono nello stesso corridoio e nella sala di accettazione. Occorre porre rimedio agli accessi impropri, anche per dare una risposta adeguata ai codici bianchi e verdi che si riversano al pronto soccorso. La situazione risulta caotica per l’elevato numero di accessi e l’impossibilità di gestirli correttamente, portando il personale in servizio ad una situazione di stress che spesso, ed è cronaca quotidiana, è esposto a ripetute minacce, aggressioni verbali e talvolta anche fisiche da parte di pazienti e parenti. Vari pazienti hanno trascorso anche una notte intera in attesa di essere visitati a causa dell’accoglienza precaria offerta e della lunga attesa di un consulto medico».

Questo lo “scatto” del sindacalista che tra le altre lamenta la segnaletica insufficiente per raggiungere i vari reparti. In più, secondo Gentile, gli spazi per la presa in carico dei pazienti sono situati lungo un corridoio di passaggio anche per barelle e salme, «che fanno vere e proprie corse ad ostacoli tra i cittadini in attesa, senza percorsi separati».

Tuttavia Gentile tiene a sottolineare che le criticità si evidenziano nonostante l’abnegazione di medici, infermieri ed operatori socio-sanitari. E poi la logistica. Il Pronto soccorso, oltre agli interventi di emergenza-urgenza gestisce pazienti in attesa di ricovero per carenza di posti letto: extralocati di vari reparti (urologia, ortopedia, medicina, in primis) e attività assistenziali complesse (lavaggi vescicali, trazioni, drenaggi, monitoraggi continui) all’interno dei codici gialli e dell’OBI. Una situazione che rischia di peggiorare con l’imminente apertura del trauma center all’interno del Pronto soccorso. Proprio questa apertura secondo la Fials «comporta la presa d’atto di una complessiva riorganizzazione del lavoro, di personale dedicato in considerazione della nuova utenza proveniente anche da fuori provincia».

Per tutte queste ragioni Gentile chiede un tavolo tecnico e minaccia azioni sindacali a tutela della salute pubblica e dei lavoratori.

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