la battaglia

Lecce dice «No al filobus», raccolte le prime 500 firme

Gaetano Gorgoni

Avviata la campagna per arrivare al referendum contro l’ampliamento della rete dei mezzi elettrici progettato dall’amministrazione Poli Bortone. «Un comitato senza colore politico»

Il comitato promotore del referendum cittadino contro l’ampliamento dei percorsi del filobus ha deciso di non dare alcun colore politico alla sua iniziativa nominando il giornalista Marcello Favale come portavoce civico, proprio per sottolineare l’importanza della partecipazione anche per chi dovesse decidere di votare “sì”.

«È un’occasione unica - ha puntualizzato l’ex giornalista Rai - è la prima volta che viene tentato un esperimento di democrazia diretta su problemi che interessano la città. La comunità deve riappropriarsi di scelte che riguardano il futuro di Lecce e dalle quali non si potrà facilmente tornare indietro».

Se l’operazione della raccolta firme dovesse andare in porto, sarebbe il primo referendum cittadino su di un progetto amministrativo nella storia di Lecce.

Ieri mattina, la stampa è stata chiamata a raccontare l’impegno nella raccolta delle 6000 firme necessarie (come previsto dal regolamento comunale): dopo la velocissima conferenza stampa delle 11, sono state raccolte 500 firme, in circa 3 ore, in piazzetta Carducci, davanti all’ex Convitto Palmieri.

L’ex sindaco di centrosinistra Carlo Salvemini ha curato personalmente la raccolta, compilando i moduli dei dati per tutto il tempo della manifestazione, interrompendosi solo per dire che del progetto di potenziamento della filovia nessuno ne sa nulla.

Una volta raggiunto l’obiettivo, la documentazione sarà vagliata da un’apposita commissione tecnica della quale farà parte un magistrato e un avvocato: solo dopo si potrà dare il via libera alla consultazione dei cittadini.

Possono firmare per il referendum e poi, eventualmente, votare solo i residenti a Lecce maggiorenni.

La delibera per il potenziamento del filobus è stata presentata il 28 maggio e dal prossimo 28 agosto potranno essere depositate le firme a Palazzo Carafa per avviare il referendum. Il comitato vuole fare in fretta, per lanciare un segnale chiaro. «L’incarico pubblico più importante è quello di cittadino - ha commentato Salvemini - Sono stati tanti oggi a dimostrarlo. Venendo a firmare per chiedere un referendum, il primo nella storia della città, contro il progetto di potenziamento del filobus. La settimana prossima comunicheremo le nuove date dei banchetti: nelle piazze, nei quartieri, nelle spiagge».

Sulle scalinate dell’ex Convitto i promotori hanno ricordato l’origine della parola referendum, verbo latino “referre”, «che significa riportare la decisione al popolo». Il comitato, però, ieri ha voluto parlare solo di un’iniziativa democratica, evitando di entrare nel merito del progetto da oltre 100 milioni di euro portato avanti dall’amministrazione di centrodestra del sindaco Poli Bortone. Il Comune partecipa a un bando del ministero per il trasporto urbano. La linea elettrica per i filobus sarà ampliata per circa 7 chilometri, potenziando le fermate e i chilometri serviti dai mezzi (in questo ambito, saranno acquistati anche i nuovi filobus e realizzati parcheggi di scambio).

Anche se qualcuno dei presenti non ha evitato le critiche: «Vogliono ridisegnare la città con una serie infinita di pali: dopo sarà tardi per fermarli».

Ma prima di affrontare la questione nel merito tutti sono convinti che debbano essere i cittadini a dare un segnale della loro voglia di esprimersi. Niente simboli di partito, dunque, anche se tutto il centrosinistra ha messo in campo i suoi uomini: sono stati distribuiti i moduli da 250 firme l’uno ai singoli consiglieri comunali. Il primo step è stato superato, la macchina organizzativa è partita spedita verso la meta.

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