Il «sistema» messo su dall’imprenditore Alfredo Barone con l’appoggio dell’assessore regionale Alessandro Delli Noci poteva contare su «fiancheggiatori in molteplici ambiti amministrativi». Che non erano solo nel Comune di Lecce e alla Regione, dove il gruppo di cui la Procura ha chiesto l’arresto operava per ottenere autorizzazioni e contributi, ma pure in altre amministrazioni pubbliche locali, nella Prefettura e tra «esponenti del mondo accademico salentino». Un sistema che non si sarebbe mai fermato.
E’ quanto scrivono i pm Massimiliano Carducci e Alessandro Prontera, che nelle decine di migliaia di pagine di atti hanno anche «attualizzato» le esigenze cautelari. Se i fatti contestati partono «almeno da aprile 2018» e arrivano alla fine del 2022, l’esistenza dell’associazione per delinquere (finalizzata alla corruzione turbativa d’asta e frode nei finanziamenti pubblici contestata a sette persone) è ritenuta tutt’ora permanente. A dimostrarlo ci sarebbero i tabulati telefonici di Barone, 69 anni (in passato è stato anche sindaco di Parabita), del suo socio ingegnere Marino Congedo, 82 anni, di Galatina, di Delli Noci e dell’ingegnere barese Maurizio Laforgia, figlio dell’ex rettore dell’Università di Lecce e presidente uscente di Aqp, Domenico (estraneo all’indagine). L’informativa censisce decine di contatti telefonici tra i principali (presunti) associati anche nel periodo successivo ai fatti contestati, a dimostrazione – è il ragionamento di chi indaga – che i rapporti ritenuti illeciti non si sarebbero affatto interrotti e anzi si sarebbero ulteriormente rafforzati...
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