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Elezioni comunali a Lecce, nel 2024 dieci liste hanno speso zero euro

Elezioni comunali a Lecce, nel 2024 dieci liste hanno speso zero euro

 
Gaetano Gorgoni

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Gaetano Gorgoni

Elezioni comunali a Lecce, nel 2024 dieci liste hanno speso zero euro

Le verifiche della Corte dei conti sulla campagna elettorale vinta dalla Poli Bortone contro Salvemini. «Ma spesso a spendere sono i singoli candidati»

Mercoledì 26 Febbraio 2025, 07:00

Sembra che la politica leccese si sia impoverita così tanto da non spendere un euro nemmeno in campagna elettorale. A dirlo sono i giudici della Sezione di controllo della Corte dei conti (presidenteDaniela Piacente, Donatella Palumbo e Antonio Arnò) che hanno esaminato i rendiconti delle elezioni senza rilevare irregolarità.

«A fronte delle ventidue liste in corsa per il rinnovo del Consiglio comunale nel 2024 - è detto nel referto - dieci hanno presentato un rendiconto negativo, in cui attestano di non aver ricevuto contributi e/o finanziamenti né sostenuto spese per la campagna elettorale (Avanti Lecce; Diritti e Civiltà per Lecce; Fratelli d’Italia; Lecce Città Giusta; Movimento 5 Stelle; Noi per Lecce; Prima Lecce; Tutta Lecce Lisi; Udc; Voce Nazionale)». Tutte le altre hanno speso cifre irrisorie, che difficilmente superano i 3mila euro. Eppure qualsiasi campagna elettorale, se fatta per vincere, impone necessariamente un investimento piccolo o grande.

È il Movimento Regione Salento (ora confluito in FdI) ad aver speso formalmente di più, con un investimento in campagna elettorale di 13.456 euro. Si distingue per il sostegno ai suoi candidati anche Lecce Città Pubblica - civica progressista, con un importo di 6.809,99 euro. A sinistra «I Riformisti con Salvemini Sindaco» hanno investito 5.873,61 euro. Gli altri hanno il «braccino corto». Sorprende anche il Pd che si ferma a quota 2.347,80 euro di spesa sulla campagna elettorale a Lecce. Tutti i manifesti, le pubblicità, gli interventi social gestiti da agenzie e da vari professionisti in campo, i «santini» per promuovere i candidati hanno davvero costi così bassi?

Alcune liste in campo hanno tardato a presentare il rendiconto. Tutto in regola però per i giudici contabili, che hanno eseguito il controllo previsto dalla legge. La lista di centrosinistra Coscienza Civica ha dichiarato 2.394,30 euro. Per le sue due liste il candidato outsider Alberto Siculella ha speso 2.018,48 (soldi ricavati dalle raccolte di fondi dei soci di Aria e Mind). Irrisorie le spese di Forza Italia: 249,60 euro. Io Sud- Adriana Poli Bortone non va oltre i 1.500 euro. Lecce Futura dell’ex consigliere comunale Giorgio Pala ne ha sborsati solo 1.050.

Risorse centellinate anche per la Lega, che non spende oltre 2.080,00 euro.

La lista civica di centrosinistra «Sveglia» ha speso 1.999,45 euro. «Noi abbiamo fatto una campagna elettorale sobria con le donazioni del nostro gruppo - spiega Siculella, candidato protagonista di una corsa solitaria -. Non riesco a capire come facciano certe liste a riempire la città di manifesti e pubblicità anche prima degli ultimi giorni delle elezioni senza spendere un euro. Probabilmente fanno investire molti soldi ai singoli candidati così non devono dare conto a nessuno». La riflessione dell’ex pentastellato non fa una piega. Movimenti, liste e partiti si fanno pubblicità senza dire che sono i singoli che elargiscono: in altre parole, indossano il saio e vanno a banchettare.

«Un tempo si faceva campagna elettorale con il sostegno dei partiti, che avevano autorevolezza e dettavano la linea - spiega l’ex deputato Pd, oggi consigliere comunale, Antonio Rotundo -. Con questo sistema, rischia di vincere il più ricco. La crisi dei partiti è anche questo: mancano i soggetti collettivi di intermediazione. Il partito non è fulcro intermedio portatore di interessi collettivi. Così, a livello nazionale, c’è il prevalere dei singoli sul partito».

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