sanità
Ospedali da tutto esaurito nel Leccese, ma letti vuoti nei punti nascita
Reparti di chirurgia pieni ad eccezione di Gallipoli e Casarano Romano: «Solo interventi urgenti, mancano gli anestesisti»
Ospedali all’insegna del tutto esaurito, ma la denatalità svuota i punti nascita e il modello consortile Casarano-Gallipoli è alla prova con la Chirurgia generale dei due ospedali che presenta le corsie piene a metà. Il quadro dell’occupazione dei posti letto ospedalieri di Asl Lecce offre materia di riflessione. In prima battuta c’è la situazione dei reparti di Ostetricia e Ginecologia che hanno costante disponibilità di posti letto quando per altre branche, Medicina interna su tutte, c’è una domanda sempre in aumento e i reparti scoppiano tanto che si deve ricorrere all’extra-locazione dei pazienti per poterli ricoverare. Nella giornata dell’altro ieri c’erano 8 posti liberi su 50 al “Vito Fazzi” di Lecce, 7 su 24 a Galatina, 10 su 28 a Scorrano, 18 su 28 a Gallipoli, 9 su 28 a Tricase. Analoga situazione ieri: con 10 su 50 posti letto liberi al “Fazzi”, 7 su 24 a Galatina, 12 su 28 a Scorrano 15 su 28 a Gallipoli.
Dopo tante battaglie di campanile per mantenere i punti nascita, a fronte dei numeri che non fanno sconti, una riflessione pare d’obbligo: se permane l’inverno demografico probabilmente quei posti sarebbero più utili lì dove mancano. Ovviamente non si tratta di banalizzare il problema della carenza di posti letto con un semplice aumento da una parte e diminuzione dall’altra perché nel mezzo c’è la voce personale che non è per nulla secondaria, in particolare per quanto riguarda gli specialisti, ma certamente bisogna chiedersi se ha senso mantenere quattro punti nascita con in più la criticità degli ospedali di primo livello (Gallipoli e Scorrano) che non hanno mai visto un adeguato numero di fiocchi di nascita. È noto, infatti, che i grossi numeri in termini di nascite li produce solo il “Fazzi”.
D’altra parte il Programma Nazionale Esiti 2024 non premia i punti nascita del Salento. Il “Fazzi” ha una buona performance sui cesarei che mantiene a una media poco al di sopra di quella nazionale (22,66%), ma il giudizio complessivo si abbassa per un valore molto basso nel numero di donne il cui figlio nasce naturalmente dopo un cesareo e per l’alto numero di episiotomie (33,03%). Scorrano ha un giudizio molto basso per l’alto numero di tagli cesarei: 44,39%. Anche Galatina viaggia su un giudizio basso per l’alto numero di cesarei (31,88%). Gallipoli ha un giudizio molto basso per tutti e tre i criteri monitorati: numero di cesarei, proporzione di parti vaginali in donne con pregresso parto cesareo, proporzione di episiotomie nei parti vaginali. Al netto del “Fazzi” che nel 2023 ha toccato le 1.827 nascite, tutti gli altri punti nascita sono ben lontani dal minimo di mille stabilito nell’accordo Stato-Regioni del 2010 e Galatina fa meglio degli altri due ospedali di primo livello: 602 contro i 571 di Scorrano e i 499 di Gallipoli.
Posti letto vuoti anche nelle chirurgie di Casarano e Gallipoli, ma il direttore generale Stefano Rossi difende il modello di ospedale consortile di cui questi due reparti sono una sperimentazione di questo modello con Stefania Romano, direttrice a Casarano e a scavalco su Gallipoli. Mentre Romano spiega quali sono le variabili che determinano i posti vuoti nelle due chirurgie: «Non abbiamo anestesisti sufficienti a coprire il numero di sedute operatorie che potremmo fare e questo incide sull’indice di occupazione dei posti letto, ma è anche vero che abbiamo un turnover di pazienti molto veloce perché si riprendono in fretta dopo l’intervento. I dati vanno considerati a 360 gradi. Possiamo leggere il dato dell’indice di occupazione come svogliatezza dei chirurghi e così non è perché tutti hanno una gran voglia di lavorare. Invece bisogna considerare che abbiamo avuto la possibilità di fare sedute operatorie solo a febbraio e ne abbiamo fatte sette. Questo incide sull’occupazione dei posti letto. Ne abbiamo fatte solo sette perché non essendoci un numero sufficiente di anestesisti potevano assicurare solo gli interventi d’urgenza e non quelli in elezione».