serie a

Moriero spinge il Lecce: «Con l’Inter a testa alta»

Antonio Calò

Nella sua carriera da calciatore, l’ex ala destra ha indossato sia la maglia del Lecce che quella dei neroazzurri. «Le radici sono le radici»

LECCE «L’Inter è la formazione più forte del campionato italiano, la favorita per la vittoria dello scudetto anche nella stagione in corso. Sulla carta, quindi, la partita tra il Lecce ed i nerazzurri, è proibitiva per la squadra salentina. Ma le gare vanno giocate e nella storia della società giallorossa ci sono salvezze che sono passate proprio da grandi imprese compiute contro una o più big. Pertanto, Baschirotto e compagni dovranno provare ad esaltarsi contro l’undici diretto da Inzaghi, sfoderando una prestazione fatta di tanto cuore, attenzione, intensità ed applicazione. Se, dinanzi alla qualità dei rivali, non sarà sufficiente per meritare un risultato utile, allora giù il cappello e si inizierà a pensare alla sfida seguente». È così che Francesco Moriero inquadra il confronto in calendario domenica, alle 18, al «Via del Mare». Nella sua carriera da calciatore, l’ex ala destra ha indossato sia la maglia del Lecce che quella dell’Inter.

Tutti sanno che farà il tifo per la compagine salentina. «Le radici sono le radici - sottolinea - A Lecce sono nato e cresciuto. È la mia città. È casa mia. Nel Lecce ho mosso i primi passi nel mondo del calcio sino ad arrivare alla formazione maggiore, con la quale sono stato protagonista per sette annate, quattro in A e tre in B. In giallorosso mi sono regalato belle soddisfazioni. Sono molto legato anche all’Inter, ma è un rapporto differente. In nerazzurro ho fatto parte di un team composto da grandissimi campioni. Ho giostrato accanto a Ronaldo, il «Fenomeno», il numero uno al mondo di quei tempi, ma anche ad altri top player quali Baggio e Paulo Sosa, per citarne solo due. Quando militavo con il complesso meneghino ho meritato la Nazionale. Ho vinto la Coppa Uefa».

Tornando al presente, il Lecce affronterà l’Inter dopo avere perso pesantemente a Cagliari: «Il cammino di una squadra che battaglia per la permanenza è fatto di fasi alterne, nel cui ambito vanno messe in preventivo certe cadute. I salentini hanno vinto in maniera convincente ad Empoli ed hanno disputato un buon primo tempo contro i sardi. Purtroppo, nella ripresa, dopo il pareggio avversario, si sono fatti prendere dall’ansia e sono crollati. È un peccato perché i primi 45’ hanno dimostrato che avrebbero potuto ottenere un risultato utile. Ma non è accaduto e non è il caso di drammatizzare. Serve equilibrio. Non ci si deve esaltare dopo un successo. Ma nemmeno deprimere dopo una sconfitta. Tutti i supporter sono consapevoli che tifare per il Lecce, in A, significa soffrire».

L’Inter si presenterà al «Via del Mare» dopo la trasferta di Champions League sul terreno dello Sparta Praga. L’impegno infrasettimanale potrebbe influire sulla performance di domenica dei nerazzurri. «Inzaghi dispone di due formazioni entrambe titolari - rimarca Moriero -. Ha un gruppo abituato a scendere in campo tre volte a settimana. Quella meneghina è una compagine rodata, abile a gestire i vari appuntamenti. Tenuto conto del fatto che, alla lunga, un punto in più o in meno potrebbe anche fare la differenza tra il restare o meno in serie A, il Lecce dovrà essere bravo ad eseguire ciò che preparerà Giampaolo sul piano tattico. Per muovere la classifica in match del genere occorre essere impeccabili e sperare che i rivali non si esprimano al top».

Lecce-Inter verrà disputata al cospetto di una grande cornice di pubblico, in un «Via del Mare» ancora una volta sold out: «La spinta del pubblico sarà come di consueto preziosa per trascinare i calciatori giallorossi, per infondere loro una grande carica agonistica, oltre che emotiva. Del resto, la storia insegna che, per il club salentino, la permanenza in massima serie passa innanzitutto dalle partite interne. Per quel che concerne i nerazzurri, sono abituati ad esibirsi negli stadi infuocati e sanno gestire senza problemi questo tipo di pressioni».

La zona-rischio è molto ampia e coinvolge, in maniera più o meno marcata, dieci complessi: «Dalle 23 lunghezze di Torino e Genoa in giù, nessuna compagine può sentirsi al sicuro. Qualcuna potrebbe tirarsi fuori dai guai in anticipo, ma le altre dovranno sgomitare sino al termine. Né possono essere considerati spacciati il Monza ed il Venezia, che occupano gli ultimi due posti perché sono sufficienti un paio di risultati favorevoli per compiere un balzo in avanti di rilievo. Nell’ambito di questa lotta avvincente, il Lecce ha le carte in regola per battagliare sino in fondo per provare a meritare la storica terza salvezza consecutiva che tutto l’ambiente vuole centrare».

Dall’ottobre scorso, Moriero allena il Laci, complesso che prende parte al massimo campionato albanese. «Sto vivendo una bella esperienza, gratificante sia sotto il profilo umano che sotto quello professionale - sostiene il trainer salentino -. Sono stato accolto benissimo. Quando sono arrivato avevamo 3 punti in graduatoria. Ora siamo saliti a quota 17. L’organico è il più giovane di tutto il torneo e stiamo lavorando sodo. Lottiamo con orgoglio per raggiungere il nostro traguardo, in un calcio che è in crescita».

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