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«Lecce, il fuoco dentro per la sfida salvezza»

 
Antonio Calò

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Antonio Calò

«Lecce, il fuoco dentro per la sfida salvezza»

Ardito: «Vedo lo spirito giusto. Spero si salvi insieme ai lariani»

Venerdì 27 Dicembre 2024, 12:45

LECCE - «Il mio auspicio è che, a fine torneo, la squadra allenata da Giampaolo e quella diretta da Fabregas restino entrambe in serie A. Per me, quella di lunedì sarà una vera e propria partita del cuore. Nel club lariano ho militato in due momenti differenti. Nel primo sono stato lanciato nel calcio che conta. Nel secondo ho chiuso la carriera, per poi ricoprire per alcuni anni il ruolo di tecnico nel settore giovanile. A Como mi sono stabilito dopo avere appeso le scarpe al chiodo. Lecce costituisce l’ultimo palcoscenico importante nel quale sono stato protagonista e della mia esperienza nel Salento, pur avendo subito la mia unica retrocessione dopo aver centrato la promozione, serbo solo ricordi belli. Della città, della gente, dell’ambiente, della tifoseria. Di una piazza appassionata e coinvolgente. Conto di assistere al match dagli spalti del “Sinigaglia” e mi aspetto una sfida vibrante». A parlare è Andrea Ardito, ex centrocampista del Como (dal 1999 al 2002 e dal 2009 al 2015) e del Lecce (nel 2007/2008, in B, e nel 2008/2009, in A). Nella sua carriera, tra A e B, frenata da due gravi infortuni, ha vestito anche la casacca di Bologna, Siena e Torino.

«Il Lecce, in massima serie, ha lottato sempre per la salvezza e quando ha centrato il traguardo ha dovuto comunque soffrire - prosegue Ardito -. Questa stagione non fa eccezione. Né potrebbe essere diversamente perché la società ha scelto un percorso virtuoso e compie esclusivamente passi commisurati alle proprie possibilità economiche, dimostrando lungimiranza. Solo con una politica del genere un piccolo club può durare nel tempo. In questo contesto, è fondamentale l’attività del responsabile dell’area tecnica Corvino, che sa individuare i profili giusti dei calciatori che fanno al caso del sodalizio».

Il Como ha alle spalle una proprietà ricchissima: «La più ricca d’Italia. In estate ha investito somme ingenti sul mercato ma, nonostante ciò, in classifica ha un punto meno del Lecce, a dimostrazione che non sempre i soldi portano le vittorie. Gli addetti ai lavori non ipotizzavano che i lariani avrebbero sgomitato in zona pericolo, ma il primo anno in A è difficile per chiunque. Serve tempo per stabilizzarsi e per costruire qualcosa di importante. Anche se si hanno a disposizione risorse rilevanti. Bisogna compiere i passi giusti. Nel medio termine, con i fratelli Hartono alle spalle, esistono i presupposti per raggiungere traguardi prestigiosi. Ma ora la realtà dice che bisognerà meritare la permanenza».

Ardito ha visto giocare spesso sia il Lecce che il Como: «Può sembrare paradossale, in quanto il match è terminato con una sconfitta, ma sono stato molto impressionato dalla prestazione sfoderata dai salentini contro la Lazio. Ho visto qualcosa che nel calcio moderno troppo spesso manca. I calciatori giallorossi avevano il fuoco dentro, i classici “occhi della tigre”. Un aspetto che reputo determinante per una compagine che deve salvarsi. Oggi, troppo spesso, si pensa soprattutto a giocare bene, ad impostare dal basso, ad imbastire buone trame, ma la dedizione, l’agonismo e la determinazione sono ancora dei valori importantissimi per raggiungere i risultati positivi e Coulibaly e compagni, nella gara con i biancocelesti, li hanno messi in evidenza».

Non sempre è stato così nel corso del campionato: «L’organico è giovane, ricco di stranieri alla prima esperienza in Italia, abituati ad un calcio diverso dal nostro. Tutto ciò può avere influito. Suppongo che in cambio della guida tecnica abbia fatto scattare qualcosa. Non è una questione di allenatore migliore o peggiore. A volte, se la rosa ha dei valori, basta un modo di fare particolare o un approccio nuovo nel rapporto col gruppo per innescare la scintilla».

Lunedì (ore 18.30), al «Sinigaglia», i punti in palio saranno pesantissimi: «Uno scontro diretto vale doppio per definizione. Se una delle due contendenti dovesse spuntarla otterrebbe uno slancio notevole. Ma i giochi resteranno aperti qualunque sarà il risultato perché la bagarre riguarda diverse formazioni. Mi aspetto un incontro tirato, difficile per entrambi i team. Conteranno le giocate dei singoli, ma soprattutto la prova d’assieme. Nell’arco dei 90’, l’atteggiamento mentale potrebbe fare la differenza».

Tra i salentini, Ardito predilige Federico Baschirotto: «È una questione di affinità. Lui è un lottatore come lo ero io e, proprio com’è accaduto a me, è arrivato in alto con la dura gavetta, dimostrando di meritare la massima serie. Inoltre, sono contento per l’eccellente percorso effettuato da Falcone, che è tra i portieri più affidabili del campionato. L’estremo difensore romano è stato mio compagno di squadra proprio a Como, nel 2014/2015, in prestito dalla Sampdoria. Era giovanissimo. Mi fa piacere che abbia fatto tanta strada».

Tra i lariani, la stella è Nico Paz: «L’argentino è un talento naturale. Vanta doti tecniche di prim’ordine, ma anche una notevole forza fisica. Lo seguono i grandi club di tutta Europa. Sono certo che, nel giro di qualche anno, diventerà un top player».

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